Un
mio familiare ha 60 anni di età e 30 anni di lavoro. La ditta in cui lavora
chiude a fine anno. Deve arrivare alla pensione, non ha titolo per la pensione
anticipata sociale e vuole usare la Rita (rendita integrativa temporanea
anticipata).
Intende
ora iscriversi al Fonte a fine anno versare
su tale fondo tutto il Tfr maturato (circa 45.000 euro). Per due anni avrà la
Naspi, poi – a 63 anni – chiederà la Rita (per 1.000 euro al mese per 3 anni e
6 mesi) e consumerà la somma accantonata presso il fondo pensionistico Fonte.
E’ possibile questa soluzione, per i lavoratori anziani che hanno il Tfr in
azienda?
P. D.– TORINO
R I S P O S T A
Il
lettore percepirà la Naspi per il periodo massimo di due anni. Dai dati
forniti, non sembra però che possa avere i requisiti per accedere alla Rita, perché
non avrà i 63 anni richiesti dalla norma. Inoltre, la Rita è stata introdotta
in via sperimentale fino al 31 dicembre 2018: quindi, in assenza di proroghe
dell’intervento legislativo, non potrà accedere a tale opzione.
Il
lettore potrà dunque utilizzare il trattamento di fine rapporto maturato, nel
periodo che intercorre tra la fine della Naspi e l’accesso alla pensione di
vecchiaia; e usare tale somma quale fonte di reddito per vivere in quel
periodo.
Al
ricorrere delle condizioni di legge, e sempre che saranno prorogati per gli
anni successivi al 2018 gli interventi previsti nella legge di Bilancio 2017,
potrà accedere all’Ape sociale prevista per i lavoratori che si trovano in
stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per
licenziamento, che hanno concluso integralmente la prestazione per la
disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi e sono in possesso di
un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL5 GIUGNO 2017