venerdì, Maggio 17, 2024
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MANOVRA ECONOMICA: CARCERE AI GRANDI EVASORI E GUERRA ALLE MASSAIE

MANOVRA ECONOMICA: CARCERE AI GRANDI EVASORI E GUERRA ALLE MASSAIE
Le contraddizioni del nostro Governo e il corto respiro della politica nazionale, con riferimento a quella fiscale, sta tutta in questo titolo.
Come si pensa di conciliare la caccia alla grande evasione fiscale impunemente perpetrata da grandi organizzazioni criminali su scala planetaria e poi perseguitare la pensionata, la massaia, il lavoratore dipendente che continua ad usare il denaro contante per la propria sopravvivenza senza fare ricorso invece all’uso di carte elettroniche come la carta di credito o il bancomat?
Si chiede al comune cittadino la tracciabilità dei propri pagamenti, delle proprie spese, pensando in tal modo di contrastare con maggiore efficacia il brutto vezzo degli italiani, commercianti al dettaglio e piccoli artigiani in primis che, anche per sopravvivere ad una tassazione insopportabile, sfuggono ai doveri tributari con evidente danno alle casse pubbliche e quindi alla collettività.
Frode fiscale
Ogni giorno, l’Autorita’ giudiziaria esegue decine di provvedimenti di custodia cautelare contro organizzazioni criminali dedite alla “Frode fiscale” che rappresenta la vera minaccia per l’amministrazione finanziaria che si vede sottrarre centinaia di milioni di euro – in qualche caso miliardi – per compensazioni non dovute, annotazione di costi fittizi, soprattutto nel quadro di “fatturazioni infragruppo” (holding) quando, attraverso il sistema dei vasi comunicanti si trasferisce “materia imponibile” da una società in attivo a quella in perdita, onde ridurre l’onere tributario complessivo da versare all’Erario.
Solo negli ultimi 15 giorni, la Procura della Repubblica di Brescia prima e Roma successivamente, hanno operato oltre cento arresti di soggetti ramificati in grandi organizzazioni criminali dedite alla frode fiscale, alla corruzione e costituzione di fondi neri.
A fattor comune delle due inchieste, si è vista la presenza di “cartiere”, società nate per produrre carta, ovvero fatture false emesse verso imprenditori compiacenti interessati ad evadere il fisco, annotando quindi nelle proprie scritture contabili costi fittizi (dichiarazioni fiscali e bilanci), per ridurre significativamente gli oneri tributari.
Come sempre succede, le citate operazioni di polizia giudiziaria per indagini ancora in corso, hanno registrato l’arresto anche di numerosi professionisti contabili (commercialisti)
Se ciò è vero mi chiedo la ragione per la quale la Manovra economica appena licenziata dal Governo, abbia così insistito a dire che serve il carcere per i grandi evasori.
I soggetti di cui parlo sono certamente dei grandi evasori e vanno pure in galera, almeno nella fase delle indagini preliminari. Restarci dietro le sbarre poi è il vero problema anche per effetto di un sistema penale e processuale molto farraginoso, che spesso non fa giustizia e premia il malaffare.
Quando parliamo di lotta alla grande evasione, stiamo parlando delle frodi fiscali delle agguerrite organizzazioni criminali oppure dell’idraulico sotto casa che deve mettere insieme il pranzo con la cena?
Denaro contante
Se per qualche dittatore al potere il nemico da combattere è il popolo Curdo , per i nostri politici al Governo, il nemico comune da abbattere è il denaro contante.
Il fine potrà pure essere lodevole, quello di combattere l’evasione fiscale, almeno a chiacchiere visto che nei nostri 70 anni di storia Repubblicana non vi è riuscito nessuno.
Ad onor del vero, quello di agire sul trasferimento di denaro contante fra soggetti diversi nelle quotidiane transazioni, è una malattia che viene da lontano e chi più, chi meno, tutti i politici vi hanno fatto ricorso.
Quello che oggi invece appare contraddittorio è quando si afferma che non si vuole colpire il piccolo commerciante o il modesto artigiano, bensì il grande evasore.
Conclusioni
Se le parole hanno ancora un senso, si cerchi di colpire la grande criminalità economica attraverso l’utilizzo fraudolento delle partite Iva che rappresenta il vero tallone di Achille di tutta l’azione di contrasto, con gravissimo nocumento alle casse pubbliche.
Se poi si pensa che il contante sia un vero problema, si cerchi di azzerare gli oneri di commissione richiesti dalle banche, favorendo in tal modo l’uso di carte elettroniche nelle quotidiane transazioni.
Vedrete signori politici che operando in tal modo e senza il ricorso ad uno Stato di polizia fiscale, anche Sora Nuccia comincerà ad usare uno strumento elettronico per i propri pagamenti.
Provare per credere, non costa niente!

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