mercoledì, Maggio 1, 2024
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 Sconfitta della riforma costituzionale, problemi accentuati!

 Sconfitta della riforma costituzionale, problemi accentuati!
Quanti anni passeranno ancora perché si comprenda la drammaticità dell’evento del 4 dicembre 2016 laddove – grazie all’accozzaglia intesa come un insieme di partiti, cespugli e anfratti uniti solo dall’odio – è stato bloccato un processo riformatore di fondamentale importanza per la vita del nostro Paese?
Quanti anni passeranno ancora per capire che senza riforme si muore?
Quanti anni passeranno ancora per capire che senza governo, senza assunzione di responsabilità non si decide niente, il Paese è fermo e tutto è destinato a peggiorare?
Ebbene, una dimostrazione plastica l’abbiamo in questi giorni per effetto della crisi sanitaria che, partita dalla Cina sembra ormai estesa a livello planetario.
E’ sotto gli occhi di tutti quello che sta succedendo in termini di gestione della crisi, dove si cammina come “vincoli sparpagliati, in ordine sparso” alla Pappagona maniera : Protezione civile, Presidente del consiglio dei Ministri, Ministro della salute, della Difesa o degli Esteri, Governatori delle Regioni, Sindaci e non so chi altri ancora.
A questi vi è da aggiungere altri personaggi politici della opposizione in Parlamento che, insieme ai soggetti istituzionali appena citati, con una media di almeno dieci conferenze stampa al giorno, dicono tutto e il contrario di tutto, in qualche caso supportati da presunti esperti della virologia e della scienza medica.
In sostanza, appare evidente l’assenza di coordinamento, di una regia unica sul da farsi, sulle decisioni da assumere sui territori: scuole aperte o chiuse, musei, locali pubblici, eventi sportivi, luoghi di assembramento etc.
Titolo V della Costituzione 
La frammentarietà delle competenze, in alcune materie definite a legislazione concorrente – Stato e Regione – ha fatto aumentare il contenzioso fra il centro e la periferia delle Istituzioni, a tutto danno dei costi e tempi biblici per la realizzazione di opere e infrastrutture.
Per rimanere al campo della “Sanità”, ogni Regione ha disegnato una propria organizzazione spesso a danno della efficienza e funzionalità dell’intero sistema.
Uno degli obiettivi principali contenuto nella proposta di riforma del 4 dicembre 2016 era proprio quello di superare l’attuale frammentarietà amministrativa e l’enorme contenzioso in atto davanti alla Consulta fra Stato e Regioni, definendo meglio le rispettive competenze.
Questo non è stato possibile e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Amen!

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