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La politica in vetrina: Governo Conte II, Stati Generali e il pantano dei dossier!

La politica in vetrina: Governo Conte II, Stati Generali e il pantano dei dossier!

 

Il Governo Conte II, alle prese con la più grande crisi sanitaria e socio economica della storia, non decide, rinvia e, con apposite conferenze stampa informa: valuteremo, verificheremo, approfondiremo e, se avanza tempo faremo e forse decideremo.

Intanto i dossier aumentano, si fanno più incalzanti, laddove si comprende sempre meglio che i problemi non si risolvono da soli e che la politica del rinvio non paga.

A questo si aggiunga che in politica o più precisamente un’azione di Governo incerta, produce un clima che non  fa bene all’economia e all’immagine del sistema Paese.

Allora, ancora di più, urge la necessità di assumere una decisione, responsabilmente, quale che sia su temi:

  • Aspi – Autostrade per l’Italia. A circa due anni dal crollo del Ponte Morandi dell’estate 2018, che registrò la morte di 43 persone, non si è ancora capito se la revoca della concessione è una strada praticabile. Più volte, io come tanti altri, si è detto che in uno Stato di diritto, non può essere la politica per revocare unilateralmente un contratto per una presunta inadempienza contrattuale. Nella operazione dei poteri di rango costituzionale, l’accertamento delle responsabilità è devoluta alla’Autorità giudiziaria.

Si pensi che in questi giorni, dopo circa un anno dall’inizio dei lavori, il Ponte Morandi  è stato ricostruito e non si sa a chi deve essere affidato per la gestione;

  • Ilva di Taranto. L’affidamento per la gestione dell’impianto siderurgico di Taranto, affidato all’ArcelorMittal, ha evidenziato numerose criticità a cominciare dalla revoca dello “scudo penale” da parte del Governo, oggetto di contenzioso civile innanzi al tribunale di Milano;
  • Alitalia – Un piano industriale serie è fallito e nessuna compagnia ha inteso entrare nel capitale della nostra compagnia aerea di bandiera. Attualmente, si pensa di nazionalizzare con un notevole contributo pubblico, come sempre fatto in passato senza risultati soddisfacenti posto che le perdite di gestione hanno sempre continuato;
  • Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) – Con gli Stati Generali in corso, dove si discute di tutto pur senza decidere niente. Questo riguarda gli aiuti europei del Mes come tanti altri temi su cui il Premier si è già espresso: tutto rinviato alle castagne dell’autunno quando, con una crisi economica concreta, forse anche il M5S accetterà la soluzione da tutti avallata.

Concretezza, il nuovo step della maggioranza

A cominciare dal presidente della Repubblica, dalla Confindustria, dalla ConfCommercio e persino dall’ombra del Partito democratico si chiede “concretezza” a questo Governo di coalizione che, per definizione, da tempo, ha deciso di non decidere rinviando anche il respiro.

A parte la manifestata ostilità verso le banche o verso le imprese in genere, non sembra che questo Governo riesca a dare qualche segno di vitalità.

A questo proposito il neo Presidente della Confindustria Bonomi è stato chiaro, ricordando le misure prese nel decreto Rilancio proprio per dare ossigeno alle aziende.

«Hanno il grande demerito di essere state decise senza prestare alcun orecchio alle esigenze delle imprese. Non è una grande idea chiedere alle imprese d’indebitarsi mentre devono continuare a pagare le imposte e mentre lo Stato non rende immediatamente disponibili in liquidità pronta cassa gli oltre 50 miliardi di euro di debiti commerciali che deve ai suoi fornitori», scrive il capo degli industriali. Per affrontare le conseguenze della pandemia da Covid-19 che ha inferto “colpi durissimi” a “lavoro, reddito e imprese dell’Italia in questo 2020” servirebbero interventi e riforme in una “solida cornice d’impegni decennali”.

Ha pure ricordato l’annosa questione  della eventuale responsabilità penale in caso di infortunio da covid-19, in grado di scoraggiare qualunque ripartenza. Ad oggi, come per l’Abi nella richiesta manleva sul merito creditizio nelle banche, ne ha parlato solo il Piano Colao, ma il Governo nicchia, fa finta che il problema non esiste e che sia una invenzione delll’impresa.

Si salvi chi può!

 

 

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