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Wirecard AG: Ogni mondo è Paese con i controlli che fanno acqua e le truffe aumentano!

Wirecard AG: Ogni mondo è Paese con i controlli che fanno acqua e le truffe aumentano!

 

Ogni mondo è Paese è la fantasia del malaffare non cambia, è comune, l’importante è fare soldi a scapito di altri, delle fasce più deboli, del povero disgraziato di turno e chi se non i comuni risparmiatori?

Quello che oggi sta succedendo con la Wirecard AG, società tedesca e specializzata in servizi finanziari ed operante a livello mondiale, fondata nel 1999, con sede principale ad Aschheim, vicino a Monaco, rasenta l’incredibile, il surreale, con migliaia di utenti imbufaliti e truffati, rimasti con la carta di credito bloccata e senza poter usufruire ed utilizzare i propri soldi.

Il metodo di frode utilizzato e che ha portato la società tedesca a divenire insolvente, è identico allo scandalo scoppiato agli inizi degli anni duemila del colosso italiano del latte e prodotti alimentari “Parmalat”.

Infatti, pure allora, la Parmalat, con la garanzia fittizia del fondo alle Isole Cayman di svariati milioni di dollari, chiedeva soldi veri, concreti e utilizzabili subito ai comuni risparmiatori, soldi derivanti, per lo più, dalla liquidazione di mezza vita di lavoro.

In pratica, per fare una equiparazione, è come se io faccio un mutuo in banca per farmi una casa per civile abitazione, mentre tengo il gli armadi pieno di contanti: surreale e per questo non credibile e così è stato, perché il “fondo Cayman” era scritto solo sulle carte e dei dollari manco l’ombra.

Questo, a parte la Consob e la Banca d’Italia, lo avrebbe capito pure il Ciccillo Cacace qualsiasi, ma tant’è!

All’epoca definirono lo scandalo come “risparmio tradito” e venne inventata la formula di un fondo apposito presso il Ministero dell’economia e delle finanze da alimentarsi con i  cc.dd. Fondi dormienti, finalizzato a ristorare i risparmiatori da truffe della specie.

Anche in Germania, oggi, con la procedura di insolvenza appena avviata, si comprende che con i bond giunti a scadenza, la Wirecard AG non appare in grado di onorare e chi ha creduto nelle garanzie fasulle della società è servito.

Il controllo pubblico, parliamo della Bafin (la Consob tedesca), dei controlli interni manco a parlarne, mentre stendiamo un velo pietoso per la società di revisione Ernst&Young che da circa dieci anni ne cura i bilanci: insomma, un disastro senza precedenti!

Scandalo Wirecard: al via procedure insolvenza. E adesso?

La scorsa settimana il revisore Ernst & Young non ha potuto certificare il bilancio aziendale a causa di un buco contabile di 1,9 miliardi di euro.

Queste somme, da sempre vantate nella liquidità di cassa dalla tedesca, sono sparite e dopo l’esplosione dello scandalo è stata la stessa Wirecard a confermare che i soldi in realtà  non esistono, abbiamo scherzato e voi, come polli ci avete creduto. La crisi è peggiorata giorno dopo giorno e l’ex CEO della società, dimessosi qualche giorno fa, è stato arrestato.

Anche le banche che hanno concesso credito al colosso finanziario tedesco hanno toppato, valutando il “merito creditizio”, come troppo spesso avviene, con eccessiva superficialità. Parliamo di banche del calibro  di Commerzbank, ABN Amro, LBBW e ING che oggi chiedono conto dei due $2 miliardi scomparsi.

Conseguenze per i clienti di SisalPay

ornando alle vicende di casa nostra, tutto questo fino alle 18 di oggi dicevamo, con i clienti SisalPay fuori dalla grazia di Dio, senza la possibilità di fare alcunché, men che meno recuperare i propri soldi, e qualcuno del servizio clienti con cui sfogarsi. Da quel momento, qualcosa è cambiato, anche se è ancora presto per dire che si tratti di una svolta.

“Gentili Clienti – si legge nel post pubblicato questo pomeriggio sulla pagina ufficiale di Facebook di SisalPay – come probabilmente appreso dagli organi di stampa, Wirecard, società tedesca leader mondiale nei servizi finanziari e tecnologici, è oggi al centro della cronaca per motivi che hanno sorpreso sia il mercato che tutti i partner globali, noi compresi che come SisalPay|5 non abbiamo alcuna responsabilità su quanto accaduto al nostro fornitore”.

“L’autorità di vigilanza bancaria inglese (FCA) – prosegue il post – ha bloccato preventivamente l’operatività di tutte le carte Wirecard a livello mondiale e di conseguenza anche le vostre carte con brand SisalPay. Ci scusiamo per gli inconvenienti che questa situazione vi sta arrecando e siamo in campo in prima persona per contenere i disagi verso i nostri Clienti, il nostro primo interesse”.

“Nei prossimi giorni, infatti, vi contatteremo per trasferire il saldo direttamente su una nuova carta prepagata, emessa in partnership con Banca 5 – Gruppo Intesa Sanpaolo, affinché possiate tornare velocemente ad effettuare pagamenti in tutta tranquillità oppure ricevere indicazioni sulle modalità, per voi più sicure e convenienti, di accredito o rimborso del saldo presente sulle vostre carte. La vostra sicurezza – conclude la società finita al centro della bufera – è una priorità per SisalPay|5 e siamo a completa disposizione per ogni domanda e necessità”.

Dopo la sciagura del Covid19, lo scandalo della Wirecard AG, sta mettendo a dura prova la reputazione dell’intera Germania e questo è la prova che i guai non vengono mai da soli.

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