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Trasferivano denaro all’estero con documenti falsi: Polizia e Fiamme Gialle chiudono Money Transfer

 

 

Trasferivano denaro all’estero con documenti falsi: Polizia e Fiamme Gialle chiudono Money Transfer

 

Al termine di un’indagine durata oltre un anno, Polizia e Guardia di Finanza con un’azione congiunta hanno proceduto al sequestro preventivo del Money Tranfer di via Garibaldi a Bolzano.

L’accusa per il titolare è quella di ricettazione per l’utilizzo di 24 documenti tra passaporti e permessi di soggiorno con i quali ha effettuato trasferimenti di denaro all’estero.

Questi, denunciati come smarriti o rubati, avevano subito modifiche e quindi erano stati falsificati. Questi documenti sono stati utilizzati per un centinaio di operazioni, tutte illecite.

Nel corso dell’operazione è stata sequestrata anche diversa documentazione assieme ad altri 30 documenti, 9 dei quali sempre denunciati come smarriti o rubati.

Sono in corso ulteriori indagini da parte della Questura per l’identificazione dei reali mittenti dei trasferimenti mentre da parte della Guardia di Finanza partiranno verifiche sulla violazione delle norme antiriciclaggio.

Quando succedono questi incidenti, bisogna a mio avviso anche suggerire la soluzione per l’operare corretto di tanti operatori della specie.

Modus operandi: facciamo chiarezza!

Per gli addetti ai lavori, tenuti alla collaborazione attiva in materia di lotta al riciclaggio di denaro sporco, ricordo che esiste la possibilità di verificare la falsità di un documento di riconoscimento (carta d’identità – ordinaria o elettronica – passaporto, patente di guida , altro documento), attraverso il sito della poliziadistato.it e, a seguire, cliccare su https://www.crimnet.dcpc.interno.gov.it/crimnet/it/documenti/request.php.

Dimostrare di aver seguito e applicato questi accorgimenti agli organi di vigilanza, oltre che scongiurare eventuali rischi nella correttezza dei rapporti con la clientela,  serve anche a scongiurare eventuali sanzioni.

Analoga procedura di verifica esiste per le Partite Iva, attraverso l’accesso all’Agenzia delle entrate.

Semplice Watson!

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