venerdì, Maggio 17, 2024
spot_img

Ucraina, pagherà l’Europa per la ricostruzione: Francia e Germania in prima fila, Italia indietro

Fonte: Money.it
Alessandro Cipolla

12 Aprile 2023 – 12:25

Per il presidente della Banca mondiale David Malpass, quando ci sarà da ricostruire l’Ucraina l’istituzione farà la sua parte ma spetterà all’Europa il grosso della spesa

La guerra in Ucraina non si ferma anzi, visto il sempre maggiore coinvolgimento della Nato e la totale assenza di una trattativa diplomatica degna di tal nome per cercare di arrivare un cessate il fuoco, unica anticamera possibile per la tanto agognata ma poco cercata pace, il rischio di una possibile escalation bellica è sempre pericolosamente dietro l’angolo.

Nonostante questo il tema della ricostruzione dell’Ucraina è sempre di grande attualità nei corridoi che contano della finanza mondiale: l’ultima stima fatta a riguardo dalla Banca mondiale parla di un conto da 411 miliardi di dollari.

Si tratta però di una cifra che, oltre a essere tristemente provvisoria, sarebbe anche abbondantemente sottostimata visto che diversi studi parlano di oltre 700 miliardi al momento necessari per rimettere in piedi l’Ucraina.

Del resto la guerra ha raso al suolo letteralmente diverse città ucraine e, quando finalmente si arriverà a un cessate il fuoco con la Russia, in tutto il Paese dovranno essere ricostruite tutte le infrastrutture di base che sono state danneggiate dai bombardamenti.

Ma chi pagherà per la ricostruzione dell’Ucraina? A riguardo il presidente della Banca mondiale David Malpass è stato molto esplicito: la Bm farà la sua parte ma, visti i tanti soldi necessari, toccherà all’Europa farsi carico di buona parte della spesa.

Ricostruzione Ucraina: Francia e Germania in pole

Intervenuto nel corso degli incontri di primavera del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, il presidente della Bm David Malpass è stato molto chiaro in merito alla ricostruzione dell’Ucraina una volta che la guerra sarà finita.

La Banca – ha dichiarato Malpass – è pronta a svolgere il suo ruolo nella ricostruzione, ma devo dire al mondo che l’importo per la ricostruzione del settore elettrico, stradale e ferroviario è molto più grande rispetto alle dimensioni dei bilanci delle istituzioni finanziarie internazionali”.

L’impegno della Banca mondiale e delle altre istituzioni di conseguenza non basterà a coprire per intero l’importo della ricostruzione dell’Ucraina, motivo per cui sarebbe necessario l’intervento dell’Unione europea che “dispone di ingenti fondi che potrebbero essere messi a disposizione”.

Del resto anche gli Stati Uniti dovrebbero contribuire con generosità alla ricostruzione dell’Ucraina ma, se alle elezioni presidenziali Usa 2024 dovesse vincere Donald Trump, a quel punto Washington potrebbe stringere notevolmente i cordoni della sua borsa.

Nel frattempo non è un mistero il grande attivismo di Francia Germania sul tema della ricostruzione; soltanto i nostri cugini Transalpini avrebbero mobilitato già circa 700 imprese che potrebbero avere un ruolo di primo piano in Ucraina.

L’Italia così rischierebbe di dover mettere mano al portafoglio per finanziare la rinascita dell’Ucraina senza che ci possano essere dei grandi benefici per le nostre imprese: il prossimo 26 aprile alla Farnesina ci sarà un conferenza bilaterale sulla ricostruzione ma, il sentore, è che il Belpaese anche questa volta si sia mosso in ritardo rispetto al ben oliato asse franco-tedesco.

Ti potrebbero interessare anche

1 commento

  1. I primi ad aprire il portafoglio per la ricostruzione infrastrutturale dell’Ucraina distrutta dalla guerra con la Federazione russa, dovrebbero essere quei Paesi che, dal 2008, hanno ostacolato l’ingresso nella Nato dell’ex colonia sovietica.
    L’Ucraina infatti, da 14 anni, dopo l’occupazione in armi della Georgia da parte del novello Zar, temendo di avere i giorni contati, per mera sopravvivenza e legittima difesa, chiedeva un aiuto disperato all’Alleanza atlantica (Nato). La Comunità internazionale e l’UE in particolare hanno fatto orecchi da mercanti, pensando unicamente a fare affari con la Russia, a cominciare dalla dipendenza energetica.
    Grazie a questa politica miope e incapace di una visione, i risultati li stiamo vedendo oggi.
    La politica è come l’aria, anche quando è irrespirabile, non ne possiamo fare a meno!

ULTIMI ARTICOLI

Non sei ancora iscritto?

Prova la nostra demo

CATEGORIE

ATTUALITA'

Riforma della magistratura

L’allarme dell’Anm: “Vogliono indebolirci”. Ovazione per Mattarella

L'allarme dell'Anm: "Vogliono indebolirci". Ovazione per Mattarella Il Presidente della Repubblica è intervenuto al 36° Congresso dell'associazione dei magistrati che lanciano l'allarme sui cambiamenti già annunciati nel mondo della giustizia 10 maggio 2024 Fonte: Agi.it AGI - Una...
Banca d'Italia: Disposizioni di vigilanza sulle banche

Banca d’Italia: Disposizioni di vigilanza sulle banche

Banca d'Italia: Disposizioni di vigilanza sulle banche   1 Circolare n. 285/2013 - Disposizioni di vigilanza per le banche Modifiche riguardanti il trattamento del rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario (IRRBB). Aperta fino al 4 giugno...