giovedì, Maggio 2, 2024
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Frodi fiscali: Basta chiacchiere, vediamo i fatti!

Frodi fiscali: Basta chiacchiere, vediamo i fatti!

Al Governo in carica che io non ho votato, va riconosciuto il merito di aver introdotto nell’intero panorama normativo di contrasto alla evasione o frode fiscale due “precetti” inediti che, da soli, valgono quanto tutte le leggi finanziarie dell’ultimo mezzo secolo.

Ho dedicato oltre 50 anni  della mia vita professionale ad attività di “Verifiche & controlli” e sono pertanto in grado di distinguere quando la politica riesce a fare qualcosa di utile per la nostra comunità.

Quali sono questi due precetti?

Il primo riguarda il controllo ferreo delle “Partite Iva Apri & chiudi”, ovvero alle frodi carosello che rappresentano una grave minaccia delle frodi fiscali dell’Iva comunitaria che tanti danni produce alla nostra Ammnistrazione finanziaria. In parole povere si è capito che la lotta alla frode fiscale, passa obbligatoriamente dal controllo della Partite Iva, indispensabili per il controllo della cartiere e delle fatture per operazioni inesistenti.

E’ chiaro che questo precetto dev’essere attuato e questo dipenderà da tanti altri fattori, ivi compreso dal modus operandi dell’organo di controllo per eccellenza che è la Guardia di finanza.

Il secondo precetto invece, riguarda una norma di civiltà giuridica senza pari, ovvero la esigenza del contraddittorio per ogni accertamento da parte dell’Amministrazione finanziaria.

E’ una norma introdotta nella legge n.212/2000 – Statuto del contribuente – che finora nessuno ha mai letto e men che mai applicato. Fino ad oggi, dell’esigenza del “contraddittorio” con lo sventurato contribuente lo suggeriva solo il buon senso e la giurisprudenza. Dal 1 gennaio u.s., è stato scritto in una legge e questo rappresenta un’assunzione di responsabilità da parte della politica che, finora, quando si parlava di contrasto alla “Evasione fiscale”, si faceva nel Bar dello Sport.

Ora, basta chiacchiere, vediamo i fatti!

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Partite Iva tossiche nel mirino della Gdf

Fonte: Italia Oggi

Nel mirino della Guardia di finanza le partite Iva tossiche cioè tutte quelle che inquinano e danneggiano gli imprenditori onesti: frodi, cartiere, imprese apri e chiudi. E poi le frodi dell’Iva digitale, dell’e-commerce e il contrasto ai crediti fiscali inesistenti. Dal 2021 un blocco preventivo di frodi pari a 8,5 miliardi di euro; nel solo 2023, sono stati 4,81. Sono questi alcuni dei binari di intervento e dei risultati anticipati al VII Forum dei commercialisti di ItaliaOggi del 29 gennaio scorso da Marco Thione, colonnello della Guardia di finanza, dove è capo Ufficio tutela entrate (si veda ItaliaOggi del 30 gennaio 2024).

Risposta. La riforma è ispirata alla promozione dello spirito dialogico. Ricordo il fondamentale articolo 6 bis, il nuovo articolo sei bis dello statuto che introduce il principio del contraddittorio generalizzato è una tutela particolarmente intensa, non soltanto perché c’è il 6 bis, anche perché c’è il 7 bis dello statuto, ossia una norma nuova anch’essa, che prevede l’annullabilità degli atti dell’amministrazione finanziaria emessi in violazione delle norme che garantiscono la partecipazione del contribuente. Ora il contraddittorio è sì uno strumento di tutela per il contribuente, ma è anche uno strumento di tutela per l’amministrazione finanziaria, perché serve a perfezionare gli elementi probatori e quindi rende più solido il panorama istruttorio, serve a ridurre i contenziosi, serve a garantire la buona amministrazione prevista dalla nostra Carta costituzionale. Per quello che riguarda la Guardia di finanza, il confronto con il contribuente è una realtà consolidata nella nostra circolare 1/2018, evidenziamo quindi già ormai da 5 anni come il confronto debba avvenire sin dalla fase endoprocedimentale, quindi dalla fase istruttoria.

Altro tema a cui facevo riferimento è la tecnologia, tecnologia avanzata, intelligenza artificiale. L’espressione intelligenza artificiale è contenuta per ben tre volte nella legge delega all’articolo 2, all’articolo 4 e all’articolo. 17. E’ una grande opportunità, non vi è dubbio, ma è anche una grande responsabilità per l’amministrazione finanziaria, è una responsabilità perché chiaramente il trattamento dei dati deve avvenire nella totale rispetto della normativa di riferimento, quindi deve essere privacy compliant. È una responsabilità, perché non è uno strumento sostitutivo, è uno strumento aggiuntivo. La tecnologia potrà aiutare, non potrà mai sostituire l’intuitus personae, la vocazione investigativa che poi per la Guardia di finanza è cifra identitaria.

Quindi l’intervento dell’analista a valle sarà sempre determinante. Potremmo utilizzare una metafora insomma, per intenderci, i big data, come sono soliti essere definiti, sono un po’ come un petrolio informativo digitale. Il petrolio bisogna raffinarlo e per raffinarlo bisogna avere gli strumenti per farlo.

D. Quali saranno le linee guida operative della Guardia di finanza nel contrasto all’evasione fiscale per il 2024?

R. Due grandi pilastri: repressione e prevenzione. Per repressione, intendo tutta l’attività di contrasto ai fenomeni, particolarmente insidiosi, particolarmente gravi quindi, le frodi, anzitutto frodi fiscali, inteso nella loro più ampia accezione. Faccio riferimento alle frodi attraverso l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, piuttosto che alle illecite esternalizzazioni di manodopera o anche alle frodi in materia di bonus agevolativi, un argomento di grande attualità. Altra priorità, sempre in termini di repressione, sarà costituita dal contrasto al sommerso d’azienda e quindi a tutte quelle forme di attività economica che vengono svolte in maniera occulta, quindi sottraendosi a gli obblighi dichiarativi e contabili. In questo caso appare opportuno fare un riferimento all’evasione fiscale digitale, quindi all’evasione fiscale figlia del commercio elettronico. La Guardia di finanza investe molto in questa attività, abbiamo ottenuto importanti risultati, soprattutto contestando l’Iva cosiddetta BtoC, business to consumer, nei confronti dei soggetti non residenti che vendevano sul territorio nazionale per il tramite di piattaforme digitale. In tal caso la Guardia di finanza farà ampio utilizzo di tutti gli strumenti di cooperazione internazionale, soprattutto dei nuovi strumenti: è opportuno ricordare il Central electronic system of payment cosiddetto Cesop, la Dac7.

Questi sono dei veri e propri patti di alleanza, patti di alleanza tra l’amministrazione finanziaria e gli intermediari di circuiti di pagamento: il Cesop. Un patto di alleanza tra l’amministrazione finanziaria e le piattaforme digitali: la Dac 7. Avremo in mano i dati dei pagamenti, avremo in mano i dati economici, come amministrazione. È chiaro quindi che questi dati potranno ben essere utilizzati nel contrasto evasivo.

Altra attività sempre prioritaria, in tema di repressione, è il contrasto alla grande evasione fiscale internazionale. Faccio riferimento alla pianificazione fiscale aggressiva, alla migrazione indebita di materia imponibile: from on shore to offshore, come si suol dire. Anche in questo caso faremo largo uso degli strumenti di cooperazione e soprattutto delle automatic change of information, cioè dello scambio automatico di informazioni (Crs). Ma oltre alla repressione, la Guardia di finanza nel 2024 darà un concreto contributo in termini di prevenzione in termini di supporto alla compliance, in totale coerenza rispetto allo spirito dialogico a cui è ispirata la riforma fiscale.

D. Cosa si intende per interventi di carattere preventivo? Può fornirci qualche dettaglio?

R. Abbiamo fondamentalmente due tipi di prevenzione, c’è una prevenzione non misurabile che è figlia, come dire, dell’attività di repressione quindi l’effetto deterrenza, poi abbiamo una prevenzione che potremmo definire misurabile concretamente e numericamente perimetrabile.

Faccio degli esempi: bonus agevolativi, crediti fiscali fittizi, questa sarà una prima attività di prevenzione perché abbiamo ottenuto straordinari risultati nell’aggressione dei crediti nei cassetti fiscali, prima che i crediti venissero monetizzati o venissero compensati. Riuscire a sequestrare i crediti nei cassetti fiscali dei contribuenti dei contribuenti significa crediti fittizi, ovviamente significa prevenire il danno perché quei crediti fiscali fittizi sono crediti fiscali falsi, che se non fossero stati sequestrati avrebbero ridotto debiti tributari veri e quindi avrebbero ridotto il gettito erariale. Vi do un numero che è indicativo: nel solo 2023, la Guardia di finanza, in totale sinergia con Agenzia delle entrate, ha sequestrato 4,81 miliardi di euro. Mentre a partire dal novembre 2021 ad oggi sono stati sequestrati 8,5 miliardi di euro di crediti che se non fossero stati sequestrati, avrebbero ridotto di un pari ammontare in ottica prospettica il gettito erariale. Altro esempio di prevenzione misurabile, il blocco delle deleghe di pagamento è un’attività demandata all’agenzia, l’Agenzia può, come noto ai sensi dell’articolo 37, commi 49 ter 49, 4, del dl 223 del 2006, bloccare gli F24 connotati da profili di rischio.

Da qualche mese si è poi proprio creato un flusso di comunicazioni tra noi e l’Agenzia. Noi segnaliamo i crediti da bloccare, quindi l’Agenzia può bloccare anche i crediti segnalati dalla Guardia di finanza. Samo partiti ad agosto scorso con questo nuovo meccanismo, quindi pochi mesi, e abbiamo segnalato all’Agenzia 650 milioni di euro, blocco preventivo prima che il danno venga commesso.

Altra attività di prevenzione misurabile su cui investiremo: proposte di cessazione di partita Iva. Faccio riferimento alle partite Iva tossiche, alle cosiddette imprese cartiere, alle scatole vuote, alle imprese apri e chiudi, non solo all’attività di repressione che continueremo a fare. Quindi indagini, polizia giudiziaria, aggressioni di patrimonio, ma anche e soprattutto chiusura di quelle partite Iva che inquinano e danneggiano gli imprenditori onesti.

Da ultimo, un’ulteriore attività di prevenzione misurabile che potremmo più che altro definire come supporto alla compliance è l’attività che la Guardia di finanza indirizzerà nel 2024 nei confronti dei cosiddetti contribuenti inerti.

Cosa intendiamo per contribuenti inerti? L’ Agenzia delle entrate invia delle lettere di compliance, le lettere cambia verso se ci sono dei contribuenti che non rispondono, che non forniscono elementi giustificativi all’Agenzia. Ebbene, la Guardia di finanza e l’Agenzia hanno un costante canale di collegamento e di comunicazione. Questi soggetti vengono segnalati alla Guardia di finanza che effettua ulteriori attività di analisi per verificare e riscontrare la sussistenza e il permanere dei profili di rischio. E nei confronti di questi soggetti connotati da elevati profili di rischiosità fiscale la Guardia di finanza indirizzerà un’attività ispettiva.

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