FONTE: www.cassazione.net ——————————————————-Da Palazzo Spada forti limitazioni all’aumento della Tosap. Infatti l’ente locale non può approvare l’aumento delle tariffe gravanti su una sola categoria di contribuenti.
Lo ha sancito il Consiglio di Stato che con una recente decisione (si veda link sotto) ha accolto il ricorso di alcuni ambulanti che avevano impugnato una delibera comunale sulla Tosap. In particolare l’atto del comune aveva aumentato le tariffe, per migliorare le infrastrutture esistenti e per agevolare lo sviluppo turistico del territorio dell’80%. In particolare, ha motivato il Collegio, “l’assoggettamento dell’occupazione del suolo pubblico alla tassa e non al canone di cui all\’art. 63 del D. Lgs. n. 446/1997, implica comunque che la potestà dell’ente debba essere esercitata conformemente ai principi dell’equa distribuzione del sacrificio per le categorie interessate e della proporzionalità del prelievo sull’intero spettro degli utenti il suolo pubblico, da ritenere integrativi dei criteri di commisurazione dell’art. 45 del D. Lgs. n. 507/1993, relativi all’effettiva superficie occupata, alla graduazione sulle categorie di spazi occupati e alla durata delle occupazioni medesime”. Insomma, ha spiegato il Consiglio di Stato, una volta che, nell’evoluzione del tributo, siano entrati a comporne il presupposto i criteri della remunerazione e della proporzionalità, non appare più sostenibile che la Tosap sia connessa al mero utilizzo dello spazio pubblico e sia determinata in base ai soli principi della progressività e della capacità contributiva (art. 23 e 52 cost. ) che regolano le entrate tributarie. Alla tassa non è, infatti, del tutto estraneo il corrispettivo dell\’uso di un bene del demanio o del patrimonio indisponibile del Comune: il suo pagamento costituisce la controprestazione dell\’uso, legittimo od abusivo, del bene comunale e dei servizi resi dal comune in favore dell’occupante, che esulano dal concetto di tributo in senso tecnico”.
