Le
aziende sanitarie hanno potuto utilizzare finora i co.co.co. (contratti di
collaborazione a progetto) per ottenere le prestazioni di giovani medici che,
pur effettuando lo stesso servizio dei colleghi strutturati, percepiscono uno
stipendio di molto inferiore e restano precari fino a tardi.
Mi
chiedo se, con l’entrata in vigore del Jobs act, le Asl possono ancora
utilizzare i co.co.co., oppure se dovranno stipulare contratti a tempo
indeterminato. In questo secondo caso, ciò significherebbe che il giovane
medico diventerebbe regolarmente assunto senza dover affrontare il concorso
pubblico?
M. C.– VASTO
R I S P O S T A
Le norme
contenute nel Jobs act non trovano applicazione nei confronti dei lavoratori
pubblici. Quindi, il personale precario della sanità, per poter passare di
ruolo (contratto a tempo indeterminato), dovrà superare i concorsi banditi
dagli enti del servizio sanitario nazionale (Ssn). Infatti, in merito
all’assunzione in ruolo del personale precario attualmente in servizio presso gli
enti del Ssn, l’articolo 1, comma 543, della legge di Stabilità 2016 ha stabilito che, nel
caso in cui tali enti intendano attivare procedure concorsuali straordinarie
per l’assunzione di personale medico, tecnico-professionale e infermieristico,
necessario a far fronte alle eventuali esigenze assunzionali, possono riservare
i posti disponibili, nella misura massima del 50 per cento, al personale in
servizio dal 1° gennaio 2016, che abbia maturato, alla data di pubblicazione de
bando, almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi cinque
anni con contratti a tempo determinato, con contratti di collaborazione
coordinata e continuativa o con altre forme di rapporto di lavoro flessibile
nei medesimi enti. Nelle more della conclusione delle procedure, gli enti del
Ssn continuano ad avvalersi del personale in parola e sono autorizzati a
stipulare nuovi contratti di lavoro flessibile esclusivamente fino al termine
del 31 ottobre 2016.
DAL
“IL SOLE 24 ORE” DEL 25
GENNAIO 2016