mercoledì, Maggio 1, 2024
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IDENTITA’ RUBATE: La morte civile di una persona

Nel corso di un interessante forum internazionale sulla frode, organizzato in Roma dall\’Experian italia (1) , ho avuto modo di ascoltare le migliori esperienze professionali ed investigative che oggi, a livello mondiale, si oppongono all\’assalto di questa devastante e temibile tipologia del crimine.

E\’ stata questa la seconda edizione di un evento molto atteso, nel quale autorevoli rappresentanti degli organi di polizia di mezzo mondo (Europa e USA) e di management del mondo imprenditoriale, hanno tracciato un bilancio del grave fenomeno, anche avuto riguardo ai successi ottenuti e alle migliori metodologie per un efficace contrasto.

Tale azione, sembra articolarsi in due fasi tra loro strettamente correlate:

  1. prevenzione e informazione;
  2. repressione e adeguamento tecnologico.

La prevenzione deve consistere in una attività di diffusa e capillare sensibilizzazione, tanto alla persona che alle aziende, anche allo scopo di favorire adeguati investimenti in linea con la gravità della minaccia.

E\’ stato dimostrato che, a livello statistico, il furto di identità costituisce il 50% delle frodi perpetrate, spesso realizzate con le più moderne tecnologie (internet). Ee\’ come smarrire, fino a perdere la propria identità e, con essa, anche la credibilità verso tutto ciò che ci circonda, laddove un criminale, utilizzando i miei dati ha fatto shopping al mio posto ed a mie spese (password del mio conto in banca, i dati della mia carta di credito, o più semplicemente i miei documenti e/o dati personali).

Per situazioni della specie, un qualunque comune cittadino, in modo del tutto inconsapevole, potrebbe trovarsi coperto di debiti al punto da vedersi rifiutare un mutuo per l\’acquisto della casa, revocare i servizi per uso domestico (acqua, luce, telefono etc.), fino ad essere emarginato dalla società civile.

Spesso, la cronaca ci ricorda i tanti casi di gente cui vengono contestate sanzioni amministrative per auto mai comprate o che scoprono di essere intestatari di numeri di telefono cellulare sconosciuti. Non parliamo poi dei rischi collegati all\’uso della carta di credito, dove la verifica della identità dell\’autore dell\’operazione virtuale è un mero optional, posto che un ruolo fondamentale è rivestito dal mondo bancario che, insieme alla vittima, nella generalità dei casi rimane un soggetto passivo della frode (2) .

Negli Stati Uniti d\’America la problematica connessa al “furto d\’identità” appare particolarmente avvertita, in Europa invece questo crimine rimane ancora sottovalutato, pur essendo diventato una vera piaga sociale.

Le sanzioni, peraltro neanche armonizzate, secondo il nostro codice penale vanno dalla “sostituzione di persona” (art. 494) alla “frode informatica” (art.640 ter), ovvero all\’art.12 della normativa antiriciclaggio – ex legge nr.197/91.

Il solo sapere di correre certi rischi può provocare danni morali e materiali enormi, dove la vittima dovrà affannarsi in tutti i modi possibili ed immaginabili a dimostrare la sua estraneità alla frode, realizzata da altri in suo danno e della stessa azienda che ha erogato il credito o ceduto merci a persone, delle quali di fatto non si conosce la vera identità e pertanto irreperibili.

In questi casi, una maggiore attenzione nella custodia delle notizie personali sicuramente potrà contribuire a ridurre i margini di rischio, ovvero per le aziende, che dovranno sicuramente migliorare la riservatezza dei dati sensibili dei dipendenti e della clientela.

Sembrerà paradossale, ma una interessante ricerca ha dimostrato che spesso, le ” informazioni sensibili” utilizzate in occasione di questi crimini, vengono addirittura reperite rovistando, sia pure con professionalità, all\’interno della “spazzatura” domestica ed aziendale.

Altro caso abbastanza frequente, è il dipendente di una grossa azienda che, adducendo la provvidenziale e cospicua eredità appena ricevuta dal defunto zio, inizia a condurre un tenore di vita assolutamente sproporzionato alle sue entrate finanziarie ufficiali.

In questi casi, ricordiamoci di quel famoso detto, secondo il quale “pensare a male è peccato, ma spesso si indovina”.

Un discorso a parte sembra meritare il problema della “corruzione” del pubblico ufficiale per un atto contrario ai suoi doveri d\’ufficio o, più frequentemente la “concussione” . in alcuni paesi, tale problema ha stabilmente raggiunto soglie patologiche, tanto da sostituirsi al carattere di eccezionalità e diventando un fatto assolutamente normale.

Da più parti, soprattutto in passato, si è sempre detto che crimini economici della specie appena descritta non fanno vittime.

Ciò non è assolutamente vero, ove si considera che la frode – intesa nella sua accezione più ampia – anche quando non attacca la incolumità del singolo, è fatta in danno della società intera che deve assorbire gli oneri e i danni provocati da questa particolare forma di attività illecita.

In definitiva, dobbiamo concludere che solo una maggiore formazione sulle tecniche delle frodi già subite, la creazione di appositi nuclei specializzati alla migliore attività di contrasto ed una legislazione armonizzata fra i diversi Paesi, potrà rappresentare un valido deterrente di un fenomeno decisamente in crescita.

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