venerdì, Aprile 26, 2024
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PENSIONE APE: Tutti gli importi di assegni e penalizzazioni

Anticipo
pensionistico: ammontare delle penalizzazioni sulla pensione, costi
impliciti del finanziamento, contributi statali e aziendali, categorie
tutelate.

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Penalizzazioni minime o nulle per i disoccupati di lungo corso, i disabili e i beneficiari di Legge 104, gli addetti a lavori usuranti ed i soggetti a basso reddito; negli altri casi, tagli sino al 20-25% della pensione. Sono queste le novità rese note dal Governo in merito all’Ape, l’anticipo pensionistico, che consentirà l’uscita dal lavoro a 63 anni,
qualsiasi sia la categoria a cui il lavoratore appartiene: uscita
anticipata per tutti, dunque, ma senza tagli sull’assegno per pochi.

Ma andiamo per ordine e vediamo come si può ottenere l’anticipo pensionistico, a quanto ammonteranno gli assegni ed i tagli sulla pensione e quali saranno i vantaggi per le categorie tutelate.

Ape: anticipo della pensione e prestito

Innanzitutto va precisato che l’Ape non è una nuova pensione anticipata,
ma costituisce la possibilità di anticipare la pensione di vecchiaia a
63 anni di età; il requisito contributivo minimo, anche per l’Ape, è
pari a 20 anni di contributi.

L’anticipo della pensione potrà essere ottenuto grazie a un prestito bancario ad ammortamento ventennale, che l’aspirante pensionato dovrà però
richiedere all’Inps, in qualità di ente intermediario. Il prestito darà
la possibilità di ottenere sino al 95% della futura pensione netta, a seconda degli anni di anticipo effettivi.

Il finanziamento verrà restituito tramite delle penalizzazioni sulla pensione:
le rate del prestito, anche se questo sarà a tasso agevolato,
risentiranno del peso dell’assicurazione sul rischio di premorienza del
pensionato. Per questo, i tagli dell’assegno potranno arrivare anche al
20-25%.

Ape sociale: penalizzazione ridotta con contributo statale

Alcune categorie di lavoratori, come accennato, potranno beneficiare di una penalizzazione ridotta o nulla, grazie a un contributo statale. I lavoratori in questione, in
particolare, dovranno appartenere alle seguenti categorie:

  • disoccupati di lungo corso;
  • soggetti a basso reddito;
  • disabili e soggetti con particolari patologie;
  • beneficiari di Legge 104 per assistenza a un familiare portatore di handicap grave;
  • addetti a lavori particolarmente faticosi e pesanti;
  • addetti a lavori rischiosi.

Ancora non è stato reso noto a quanto ammonterà il contributo statale e se sarà differenziato a seconda della categoria; le ultime notizie
parlano di Ape a costo zero, o Ape sociale, per tutte queste categorie.

Ad ogni modo, ipotizzando, in via prudenziale, un contributo statale pari al 45% del prestito totale necessario per ottenere l’Ape, su una pensione lorda pari a circa 1200 euro mensili (netto pari a quasi 1000 euro), si ottiene:

  • un’Ape pari a circa 950 euro, se l’anticipo non supera i 2 anni;
  • un’Ape pari a circa 900 euro, se l’anticipo è di circa 3 anni;
  • una rata sulla pensione pari a circa 40 euro, per un anticipo di un anno;
  • una rata sulla pensione pari a circa 80 euro, per un anticipo di due anni;
  • una rata sulla pensione pari a circa 110 euro, per un anticipo di tre anni.

Il contributo statale, dunque, frena le penalizzazioni, facendole arrivare a un massimo di circa il 9-10% della pensione lorda e dell’11% della netta.

Ape esuberi: penalizzazione ridotta con contributo aziendale

Un meccanismo simile si applicherà anche agli esuberi, cioè ai
lavoratori licenziati a seguito di ristrutturazioni aziendali. In questo
caso, però, il contributo sarà pagato dall’azienda. Ipotizzando un
contributo pari al 40% del prestito Ape, su una pensione lorda di 2000 euro mensili (netto pari a circa 1500 euro), si può ottenere:

  • un’Ape di 1435 euro a prescindere dagli anni di anticipo;
  • una rata sulla pensione pari a circa 70 euro, per un anticipo di un anno;
  • una rata sulla pensione pari a circa 140 euro, per un anticipo di due anni;
  • una rata sulla pensione pari a circa 210 euro, per un anticipo di tre anni.

Anche in questo caso, dunque, il contributo, a parziale copertura del
finanziamento, frena le penalizzazioni sulla pensione a circa il 10% del lordo ed il 14% del netto.

Ape: quali penalizzazioni senza contributi?

Veniamo ora alla penalizzazione piena, prevista per quei lavoratori
che vogliono anticipare l’uscita senza appartenere ad alcuna categoria
tutelata. Ipotizzando una pensione lorda di circa 2600 euro e netta di circa 1850 euro, si può ottenere:

  • un’Ape pari a circa 1770 euro, a prescindere dall’anticipo;
  • una rata sulla pensione pari a circa 150 euro, per un anticipo di un anno;
  • una rata sulla pensione pari a circa 305 euro, per un anticipo di due anni;
  • una rata sulla pensione pari a circa 465 euro, per un anticipo di tre anni.

In questa ipotesi, pertanto, la penalizzazione massima si aggira intorno al 18% della pensione lorda ed al 25% della netta.

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