pagare le tasse è una cosa “bellissima”. questo è stato l’aggettivo usato dal nostro amato ministro dell’economia e finanze t.p.s. per commentare lo stato dell’arte della tassazione nel nostro paese, nonché per spiegare i contenuti della finanziaria per l’anno 2008.
il cammino della discussione parlamentare sulla legge di finanza pubblica per il prossimo anno, sembra contenere, ancora una volta, un carattere onnivoro, nel senso che mangia di tutto, bruciando infinite risorse senza lasciare alcuna traccia del suo percorso.
prima si pensa ad ampliare la spesa, elargendo a quattro mani i surplus di gettito già incassati con un occhio vigile alle prossime entrate e quando la coperta appare corta o incerta, non indietreggia, non demorde ma continua, promuovendo tagli di spesa strutturali, tagliando sulla “sicurezza” o rinviando “rinnovi contrattuali”.
si pensa pure come fare per rinnovare i periodici “tesoretti” (entrate tributarie non previste), avendo già in mente come spenderli, o addirittura, risultano già spesi magari senza neanche saperlo.
esiste un partito della spesa che, pur di spendere, è disposto a inventarsi nuove tasse o aumentando la pressione di quelle esistenti, dimenticando che già oggi, è stato battuto ogni record a livello non solo europeo, ma planetario, in cambio di servizi approssimativi, inefficienti o in qualche caso inesistenti.
così nasce e si alimenta l’antipolitica!!!
nel contempo, lo stesso partito, è affannato nella ricerca dell’evasore fiscale perché, dice, rimane il vero problema del nostro paese.
questo è anche vero, ma è altrettanto vero che nessuno si preoccupa sul versante della spesa.
personalmente penso che il “controllo della spesa pubblica” debba rivestire, in termini di interesse istituzionale, un’attenzione almeno pari – se non superiore – a quella espressa nell’azione di contrasto all’evasione fiscale.
dico “superiore” perché, una spesa pubblica oculata, significa una pubblica amministrazione efficiente ed idonea ad eliminare una presunta ragione morale invocata anche dagli evasori incalliti per giustificare la loro immorale condotta.
essa può proiettare, nel sentire comune, una sensazione positiva di virtuosa legalità, quasi contagiosa, contribuendo a sottolineare, ancora di più, il dettato costituzionale dell’articolo 53: “tutti sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva.”
per ottenere questo risultato, necessita un controllo costante, qualificato e meticoloso sulle modalità della spesa pubblica che, nel contempo, potrà provocare, anche un effetto deterrenza nei confronti degli autori di reati contro la pubblica amministrazione laddove, esaurita da tempo la stagione di tangentopoli, i reati di corruzione e concussione sembrano in costante ascesa. –
emblematico, rimane l’atteggiamento di tante amministrazioni locali che, nell’ultimo trimestre di ogni anno, si preoccupano molto nello spendere le rimanenti risorse finanziarie sui rispettivi capitoli di spesa, nel fondato timore di lasciare “residui passivi” che provocherebbero una diminuzione nell’assegnazione del budget per l’anno successivo.
il motto è: “le spese devono aumentare…chi si ferma è perduto!!!”
ci sono amministrazioni regionali che, dopo aver abolito i ticket sui medicinali, hanno provocato, come diretta conseguenza, i pur prevedibili ed enormi buchi di bilancio sulla spesa sanitaria.
immediatamente, per recuperare tali risorse sono state aumentate le addizionali sulle imposte dirette e sull’irap.
alla cattiva amministrazione si sopperisce con l’aumento delle tasse locali. quando si dice la fantasia!!!
“tassa & spendi”…e vai.
bari, 13 dicembre 2007