venerdì, Maggio 3, 2024
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TESTAMENTO BIOLOGICO: Libertà in pericolo!!!

 

Sulla spinta emotiva provocata su scala planetaria dalla triste vicenda che ha accompagnato la vita e la morte di Eluana  Englaro[1], il Governo e l’intero Parlamento corrono ai ripari.

Si cerca di approvare un disegno di legge per meglio regolamentare il “fine vita” di ognuno di noi in situazioni di emergenza, cioè quando, a causa di eventi eccezionali esterni (incidente stradale, grave patologia medica), viene compromessa definitivamente la normale capacità di intendere e di volere.

 

Praticamente, si è interdetti di fatto per ragioni di salute.

 

Sto parlando del “Testamento biologico”, dove ognuno di noi, nel pieno delle capacità mentali, anticipa per iscritto la propria volontà ove nella sciagurata ipotesi dovesse trovarsi in condizioni estreme di non poter prendere alcuna decisione sul percorso terapeutico finale della propria vita.

 

Ora che la povera Eluana non c’è più, al termine di una lunga degenza in stato neurovegetativo permanente (cioè alimentata in modo artificiale), qualcuno nelle Aule parlamentari, nel commentare i contenuti principali della iniziativa legislativa, ha affermato: “MAI PIU’ UN CASO ENGLARO”.

Sembra trattarsi di un’affermazione di principio attraverso la quale si vorrà vietare la possibilità di interrompere la nutrizione ed idratazione artificiale e questo, indipendentemente dalla espressione di volontà manifestata dal paziente attraverso il proprio testamento biologico.

La domanda che mi pongo è: “Perché accidenti mi si chiede di esprimere le mie volontà attraverso un apposito testamento e poi devono fare come vogliono loro, imponendomi un’alimentazione forzata a vita?

Nel mentre il secondo comma dell’articolo 32 della nostra Carta Costituzionale stabilisce che LA LEGGE NON PUO’ IN NESSUN CASO VIOLARE I LIMITI IMPOSTI DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA.

 

Allora prima di scrivere una legge bisognerà attribuire un significato a questo precetto costituzionale, non potendo in alcun modo immaginare un’alimentazione forzata a vita naturale durante a quel paziente che, contro la propria volontà regolarmente espressa, debba vivere lo stesso calvario della povera ENGLARO, che giova ricordarlo, ha potuto sospendere il proprio calvario grazie ad un diritto riconosciuto al termine di un lunghissimo iter giudiziario, quale unico percorso in assenza di una legge.

Il rispetto della persona umana, dovrà in primo luogo passare dal rispetto delle volontà del paziente liberamente espresse.

Se questa sarà la legge futura, a che serve se la mia libertà di decidere viene irrimediabilmente compromessa.

Se così è, lasciamo perdere, personalmente preferisco farne a meno potendo in alternativa rivolgermi al Signor Giudice!

 

Casamassima, 13 febbraio 2009

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