Rispondono di abbandono di minore i genitori dei piccoli rom che li affidano agli altri abitanti del campo per mandarli a fare accattonaggio ai semafori.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con una sentenza depositata oggi (disponibile domani sul sito www.cassazione.net), ha confermato la condanna a due anni di reclusione per il reato di abbandono di minore, aggravato dalla morte, nei confronti di un rom che aveva affidato, per l’accattonaggio, la sua figlia più piccola a una parente del campo nomadi. La bambina purtroppo era morta e il corpicino era stato trovato dopo sei mesi.
Con una decisione condivisa dalla quinta sezione penale del Palazzaccio la corte d’Appello di Bari aveva confermato le gravi responsabilità dell’uomo affermando che “le minori fossero state condotte in qual campo nomadi proprio perché andassero a mendicare presso l’impianto semaforico; ed infatti i parenti ai quali esse sarebbero state affidate, se fosse stato loro raccomandato di evitare che le stesse si dessero all’accattonaggio, avrebbero dovuto porsi alla loro ricerca, il che non era avvenuto”.
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