Non può essere licenziato per giusta causa il lavoratore che riferendosi ad un azionista di cui non conosce il ruolo di spicco gli dice “non mi rompere il c..o”.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza 23132 del 16 novembre 2010. E’ il caso di un lavoratore che, nell’intento di organizzare invano dei turni strordinari per gli autisti della ditta presso cui lavorava, al telefono con un coordinatore gli aveva rivolto la frase “mi hai rotto il c…”. Per questo aveva perso il posto. L’uomo si era giustificato con la Corte d’Appello di Napoli, affermado di non essere a conoscenza della posizione di spicco che l’azionista, divenuto ora di maggioranza, aveva acquisito nella società in seguito ad una cessione. L’appello era stato accolto e la società si era perciò rivolta alla Cassazione. Anche qui però il giudice di legittimità ha dato ragione al lavoratore, affermando la congruità delle motivazioni del giudice di merito che aveva stabilito la scusabilità del
comportamento per ignoranza della posizione rivestita dall’offeso.
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