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CONTRAFFAZIONE ON LINE: Con la diffida, il motore di ricerca รจ obbligato a oscurare il sito pirata

Il motore di ricerca sul web non è certo responsabile del contenuto dei siti-pirata che indicizza. Ma dopo la diffida del proprietario dell’opera che è riprodotta in tutto o in parte illecitamente, il caching provider deve rimuovere i collegamenti “incriminati”, altrimenti si rende complice della contraffazione dei diritti di proprietà intellettuale. E se non provvede, dopo la domanda del titolare dei diritti, scatta l’inibitoria dello sfruttamento economico non autorizzato dell’opera. È quanto accade al celebre motore Yahoo!, colpito dal provvedimento cautelare emesso dalla nona sezione civile del tribunale di Roma.

Gigante sconfitto
A ottenere l’inibitoria è una società titolare dei diritti di un film che risultava fruibile da siti “specializzati” indicizzati dal motore di ricerca: il tutto grazie alla mera digitazione del titolo dell’opera come parola chiave. L’azienda, difesa dall’avvocato Roberto Marraffa, ottiene che il gigante dell’informatica rimuova i collegamenti che consentono la visione “a sbafo” dell’opera cinematografica. Yahoo! agisce come intermediario della società dell’informazione: indicizza i siti web, formando copie cache dei loro contenuti con una memorizzazione temporanea. Dopo la diffida del proprietario dell’opera, in ogni caso, il motore di ricerca diventa consapevole che i siti “incriminati” hanno contenuti illeciti. E dunque non può essere esentato dalla responsabilità. Yahoo!, tuttavia, evita la condanna al pagamento di una penale per ogni giorno di ritardo di attuazione del provvedimento: le modalità di disattivazione dei link ai siti-pirata, si legge nell’ordinanza, possono richiedere tempi tecnici non prevedibili dal giudice.

https://www.giovannifalcone.it/upload/uno.pdf

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