Nell’ambito di una consulenza tecnica
d’ufficio, è stato chiesto al consulente, da parte dell’avvocato di parte
ricorrente, di trasmettere la relazione conclusiva alla Procura della
Repubblica, evidenziando un certo tipo di reato. E’ tenuto il consulente
d’ufficio alla trasmissione di quanto richiesto o può esimersi?
F. L. – COMO
Il consulente
tecnico d’ufficio è un ausiliario nominato dal Giudice nel corso di un procedimento
civile in virtù della propria comprovata esperienza e professionalità inerente
la materia oggetto della causa. In quanto ausiliario egli è tenuto al rispetto
dei soli dettami del Giudice, tanto con riferimento alle tempistiche e alle
modalità relative al deposito dell’elaborato peritale quanto per le istanze e
richieste provenienti dai legali delle parti. L’istanza di trasmissione della
relazione conclusiva alla Procura della Repubblica presentata dall’avvocato di
una parte dovrà passare il vaglio del Giudice, cui spetta in via esclusiva la
decisione circa l’obbligo di adempimento o meno a carico del consulente. Va
ribadito che il mancato rispetto degli ordini del Giudice può determinare gravi
conseguenze, anche penalmente rilevanti – si veda ad esempio la fattispecie
regolamentata dall’articolo 388 del Codice penale, relativa alla mancata
esecuzione dolosa di un provvedimento del Giudice.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL 27 OTTOBRE 2014
