
Sentenze dalla Cassazione su internet gratis: da oggi accesso per tutti
La Suprema Corte ha aperto a tutti i cittadini i propri archivi civili e penali: libera consultazione.
Da oggi qualsiasi cittadino potrà accedere al sistema gratuito, messo a disposizione dalla Corte di Cassazione, per cercare e leggere le sentenze e tutti gli altri provvedimenti pubblicati dalla stessa Suprema Corte. Libera consultazione per tutti, quindi.
Chi non frequenta uno studio legale non ha idea di quanto possa arrivare a costare una banca dati che
contenga il testo integrale e la “massima” (una sorta di estratto)
delle sentenze dei tribunali di merito (Giudice di Pace, Tribunale,
Corte di Appello, TAR, Commissione Tributaria Provinciale) e delle
cosiddette Corti superiori (Cassazione, Corte Costituzionale e Consiglio
di Stato).
Da oggi, però, almeno per quanto riguarda la Cassazione, si potrà accedere a un servizio gratuito, curato dalla stessa Corte. Vi potrà accedere chiunque, tramite internet, dal sito
http://www.italgiure.giustizia.it/sncass/
Il portale presenta la possibilità di ricercare i provvedimenti
(sentenze, decreti, ordinanze, ordinanze interlocutorie), sia in ambito civile che penale, tramite diverse modalità:
– per parole chiavi,
– numero ed anno della sentenza,
– riferimenti normativi.
L’utente potrà così scaricare e leggere, anche in modalità offline, il testo integrale del provvedimento (al momento non sono previste le massime).
L’ufficio stampa della Suprema Corte fa sapere che l’apertura degli
archivi delle sentenze civili e penali della Cassazione alla libera
consultazione da parte del cittadino è coerente con l’obiettivo di
rendere più trasparente e fruibile il servizio di giustizia, perseguito
nella realizzazione del nuovo sito: risponde inoltre a un’esigenza più
volte segnalata dai cittadini e, in particolare, dagli avvocati.
Il sistema è in fase sperimentale, ma molto intuitivo e non necessita di specifiche competenze giuridiche.
Insomma, dopo la pubblicazione online di tutte le leggi vigenti in Italia sul sito “Normattiva”, ora, con quest’ulteriore tassello sarà ancor più vero che la legge non ammette ignoranza!