A fronte di una
violazione al Codice della strada, immediatamente contestata da agenti di
polizia municipale e descritta a verbale come “…conducente di veicolo che non
si fermava davanti a pedone che stava attraversando l’attraversamento
pedonale…”, veniva peraltro contestata l’infrazione all’articolo 190 del Codice
della strada, sanzione quantificata in 162 euro lordi (pagamento in misura
ridotta) e otto punti di penalità.
Siamo in
presenza di un errore commesso dall’accertatore verbalizzante, in quanto
risulta evidente che l’articolo violato è in realtà il n.191. Un simile errore
formale può costituire motivo valido per proporre ricorso, senza correre il
rischio di vedersi raddoppiata la sanzione?
R. V. – GENOVA
R I S P O S T A
Secondo l’articolo 383 del regolamento
di esecuzione del Codice della strada, il verbale redatto in sede di
contestazione “deve contenere l’indicazione del giorno, dell’ora e della
località nei quali la violazione è avvenuta, delle generalità e della residenza
del trasgressore e, ove del caso, l’indicazione del proprietario del veicolo, o
del soggetto solidale, degli estremi della patente di guida, del tipo del
veicolo e della targa di riconoscimento, la sommaria esposizione del fatto, nonché
la citazione della norma violata e le eventuali dichiarazioni delle quali il trasgressore
chiede l’inserzione”. In mancanza, o la non corretta indicazione, dell’articolo
di legge che prevede la sanzione contestata non comporta di per sé la nullità
della contestazione della violazione, purché sussista una descrizione completa
ed esauriente del fatto storico rilevato, e la contestazione sia stata idonea a
garantire l’esercizio di difesa al quale la contestazione medesima è
preordinata (Cassazione civile, sezione II, sentenza 11421 del 18 maggio 2009).
Per giurisprudenza costante, solo qualora l’errore o l’omissione siano tali da
comprimere il diritto di difesa o da indurre in errore il destinatario del
verbale, si ha un vizio che può portare all’annullamento dell’atto (Cassazione
civile, sezione I, sentenza 21045 del 28 settembre 2006; Cassazione civile,
sezione II, sentenze 8885 del 14 aprile 2009, 9915 del 27 aprile 2009, 11267
del 18 giugno 2009).
Quindi,
l’indicazione della norma violata non è elemento indispensabile, laddove si
evinca chiaramente il fatto contestato e siano stati forniti ragguagli per il
pagamento in misura ridotta e per l’esercizio del diritto di difesa.
Nessuna
rilevanza va riconosciuta al mero errore materiale nel verbale, ove non ne risultino
lesi i diritti inviolabili del destinatario dell’atto, quali quello di
effettuare il pagamento in misura ridotta o di proporre valida difesa.
Pertanto, nel caso rappresentato si ritiene che l’errore sull’indicazione
dell’articolo di legge sia improduttivo di effetti, in quanto la violazione
commessa è stata descritta in modo esauriente e sono state fornite le
indicazioni sulle modalità di ricorso e di pagamento in misura ridotta. Anche
in considerazione del fatto che la violazione è stata contestata
nell’immediatezza, si è del parere che un eventuale ricorso abbia scarse
possibilità di essere accolto.
DAL”IL SOLE 24 ORE” DELL’8 DICEMBRE
2014
