Dopo una decina
di anni il mio legale mi ha comunicato che, in base alla legge “Pinto”, mi era
stato concesso un riconoscimento economico per l’eccessiva durata del processo.
In tutto, l’ammontare del risarcimento è di 20.000 euro. Il legale, per questo
lavoro, mi ha chiesto il 20% del risarcimento, cioè 4mila euro. Tuttavia, sulla
base dell’articolo dal titolo “Parcella dimezzata al legale per cause sulla legge
Pinto”, pubblicato sul Sole 24 Ore del 15 gennaio 2013, al legale sembrerebbe
spettare 500 euro. Qual è il parere dell’esperto?
V. B. – FROSINONE
R I S P O S T A
La sentenza a cui fa riferimento
l’articolo citato dal lettore è la 724/2013 della Corte di Cassazione, che
applica il Dm 140 del 2012, per la determinazione del compenso spettante al
legale. Successivamente, però, è entrato in vigore il Dm 55 del 2014, che si
riteneva vada applicato dal legale del lettore per la determinazione del suo
compenso.
La valutazione
operata dalla Cassazione non può, quindi, essere applicata in modo automatico
alla fattispecie in oggetto, sia perché i parametri sono cambiati, sia perché
non si può sapere se valga il principio applicato dalla Cassazione, della
“minima complessità della vicenda”. Il lettore potrà tuttavia pretendere
dall’avvocato la specificazione della sua richiesta economica, con
l’applicazione dei parametri di cui al decreto citato, e che dipendono dal
Giudice davanti al quale il processo si è svolto, oltre che al valore della
causa.
DAL”IL SOLE 24 ORE” DEL 16 MARZO 2015
