domenica, Aprile 28, 2024
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SUCCEDE IN ITALIA: Il medico non riesce a vendere le azioni di Banca Popolare Puglia

Sono un medico
ospedaliero in pensione, nel 2008 insieme a mia madre (oggi 92enne) ho
acquistato nell’ottica di cassettista (anche se con troppa e malriposta
fiducia), azioni della Banca popolare di Puglia e Basilicata che all’epoca
avevano un dividend yeld del 4%. Da marzo 2011 ho fatto richiesta di vendita
del pacchetto in nostro possesso con numerosi solleciti sia orali che per
iscritto.

La banca ha
provveduto a vendere le azioni attraverso il mercato interno Miab, in modo
sporadico e in quantità limitate. Le ultime vendite sono infatti avvenute nel
mese di maggio 2014. frattanto le azioni hanno subito non solo azzeramento dei
dividendi ma anche la perdita del 30% di valore deliberato dal consiglio di
amministrazione nel marzo 2013.

Da un anno circa
“il mercato delle azioni” è sospeso poiché la banca ha deciso di “riformare il
Miab” (vedremo poi i risultati) e per ultimo aumento di capitale avvenuto a
settembre 2014.

La mancata
vendita per periodi così prolungati ha comportato in passato, e tuttora
origina, per le azioni ancora in nostro possesso un danno patrimoniale. Oltre
alla perdita di tempo per presentare le domande di vendita (ogni primo lunedì
del mese per anni).

Matteo
Vicenti
(Altamura, Ba)

RISPONDE BANCA
POPOLARE DI PUGLIA
E BASILICATA

Per Banca
Popolare di Puglia e Basilicata i soci rappresentano i principali stakeholders
da soddisfare sia attraverso la qualità e la varietà dei servizi e prodotti
offerti sia in termini di remunerazione.

Va comunque
ricordato come il difficile contesto congiunturale abbia colpito, negli ultimi
anni, l’intero sistema economico coinvolgendo anche il nostro istituto che, in
precedenza, ha sempre risposto positivamente alle aspettative di remunerazione
dei soci.

A tale riguardo,
ci preme sottolineare come la nostra banca, dopo un periodo di
riorganizzazione, stia ritrovando le giuste energie per tornare a soddisfare i
propri soci.

In relazione
alla evidenziata difficoltà di vendita delle azioni di Banche popolari non
quotate in Borsa, occorre rimarcare, nello specifico, che i soci in questione
sono riusciti a vendere in tutti gli anni, a partire dal 2011, con gli
strumenti messi a disposizione della banca (mercato interno azioni banca e
attività di mediazione) la quasi totalità delle azioni possedute e che tale
impegno continua anche per la quota residuale del dottor Vicenti e della madre
Anna Recchia Luciani.

Questi dati
confermano l’impegno della Banca ad assistere i propri soci con i quali, negli
anni, si è costruito un rapporto di stabilità e continuità caratterizzato anche
da una condivisione di scelte. Rimaniamo comunque a disposizione per ulteriori
chiarimenti.

DAL”PLUS24” DEL “IL SOLE 24 ORE” DEL 21
MARZO 2015

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