lunedì, Aprile 29, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: La responsabilità e la scelta di pochi per la vita di tutti

 



In questi giorni, anzi nell’ultimo anno, dopo tanto
“tirare a campare” dei governi che ho visto all’opera – si fa per dire – da
quando portavo i pantaloni corti, ho assistito a battaglie inverosimili sulle
scelte di Governo del Paese.

Dall’art.18 dello Statuto dei lavoratori[1] che, dopo infiniti
tentativi, si è riusciti a cambiare dopo circa 50 anni. Secondo molti
detrattori del cambiamento, lo stesso era immodificabile, come un totem, una
reliquia da venerare, peggio e più di una Costituzione.

Si è continuato con la nuova legge elettorale meglio
conosciuta con l’acronimo “Italicum” per sostituire l’omologo e vituperato
“Porcellum”. Nel mentre per decenni, si
è pontificato sulla possibilità di fare una legge alla francese, alla spagnola
o alla tedesca. Si è continuato con un
sistema metà alla spagnola e metà alla francese, per continuare con un
semipresidenzialismo alla turca o non so cos’altro.

Per anni, si è solo parlato, parlato e parlato anche
discutendo su dettagli che molti di noi, comuni mortali, saremmo finiti
soccombenti anzi che dico, stecchiti e fulminati sul colpo dall’acume di
queste discussioni interminabili se mai
ci fosse stata inflitta la pena di assistervi.

Naturalmente fino al febbraio 2014, si è continuato a
parlare, nel mentre i problemi languivano e le soluzioni – se mai individuate –
venivano rinviate.

Ricordo in passato che al termine di ogni tornata
elettorale – politiche o amministrative, nazionali o europee – a conclusione
dello spoglio e la chiusura delle urne, era prassi ascoltare i leader, cioè i
rappresentanti dei vari Partiti politici che, beninteso non erano certamente
pochi. Infatti, davanti ai microfoni dei tanti media che si accalcavano per
intercettare una intervista, parlavano tutti, leader, leaderini o presunti tali
di tutte le forze politiche dell’arco parlamentare, compresi i rappresentanti
dei Partiti da prefisso telefonico.

Ognuno diceva la sua, analisi politiche acute
naturalmente da dove si comprendeva una sola cosa in modo inconfutabile: tutti
avevano vinto, però nessuno era in grado di governare.

Il Paese andava a rotoli, le riforme languivano e il
debito pubblico aumentava?

Tutto vero, ma la colpa, la responsabilità, secondo
questi soloni, era di altri.

L’ex Cavaliere, solo per fare un esempio, del quale sono
stato per anni un fervente devoto e che con la sua discesa in campo – dopo i
disastri emersi con l’inchiesta di Tangentopoli degli inizi degli anni ’90 e la scomparsa dei vecchi partiti che avevano
fatto la storia della c.d. Prima Repubblica[2] – che aveva promesso le
tanto attese Riforme liberali – solo promesso s’intende – oggi si giustifica
dicendo:

“Non ho realizzato
le Riforme promesse, da quelle fiscali alla pubblica amministrazione o alla
giustizia – perché gli alleati non mi hanno consentito di governare secondo gli
impegni assunti in campagna elettorale”.

Cioè, volendo tradurre,
dico meglio: in campagna elettorale si promette una cosa, si va al
Governo e non si fa niente se non addirittura l’opposto delle promesse fatte!

Certamente non c’è giurisprudenza al riguardo, ma si
potrebbe valutare se fare una denuncia per truffa, aggravata dalla faccia
tosta!

Leader autorevoli del centro sinistra invece, che pure
hanno avuto responsabilità di governo
per svariati anni, hanno vegetato nel mentre oggi attaccano a testa bassa – per
fortuna non tutti – quello che l’attuale Governo, in carica da circa un anno,
con inusuale e, direi mai vista, caparbietà e ostinazione[3] sta cercando di portare a
termine le diverse Riforme da sempre annunciate e mai realizzate.

Sono riforme che il Paese, come ho già detto, aspetta da
tanti lustri, gli italiani lo hanno ben compreso sulla propria pelle e
certamente approvano – anche senza andare in piazza – e questo lo sapranno dire
forte anche nella prossima campagna elettorale per le Regionali del 31 maggio
p.v..

Viva l’Italia, viva la libertà!

 



[1] ) La legge 20 maggio 1970, n. 300 – meglio
conosciuta come statuto dei lavoratori – è una delle norme della Repubblica
Italiana in tema di diritto del lavoro.

Introdusse
importanti e notevoli modifiche sia sul piano delle condizioni di lavoro che su
quello dei rapporti fra i datori di lavoro, i lavoratori con alcune
disposizioni a tutela di questi ultimi e nel campo delle rappresentanze
sindacali; ad oggi di fatto costituisce, a seguito di minori integrazioni e
modifiche, l\’ossatura e la base di molte previsioni ordinamentali in materia di
diritto del lavoro in Italia.

 

 

[2] Democrazia cristiana, Partito
socialista, Partito Liberale, Partito Repubblicano, Social democratici e altro
ancora …

 

 

[3] Cose mai viste, sembra un extraterrestre

 

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