Una
complessa proprietà, originariamente di un unico soggetto, a seguito di
successioni, è stata suddivisa in un primo fabbricato (ora condominio), ed un
secondo fabbricato (ora condominio) costituito da 2 appartamenti con diritto di
ingresso e passaggio tramite la scala del primo (le coperture sono autonome).
Successivamente, a mezzo di atto notarile, è stata riconosciuta la proprietà
comune, per i due fabbricati, dell’ingresso e del vano scale, nella proporzione
di 823/1000 per il primo e 177/1000 per il secondo. Il primo condominio, che ha
un amministratore, delibera e semplicemente comunica al secondo (che non ha
amministratore) la sua quota spese. E’ corretto? L’innovazione di un ascensore
nella scala comune deve prevedere nella formazione della maggioranza anche le
177/1000 quote del secondo condominio?
M. – S.– VERONA
R I S P O S T A
Occorre
preliminarmente accertare se l’atto dichiarativo, reso dal notaio, sia stato
sottoscritto da tutti i condomini o da alcuni soltanto di essi.
A
prescindere dal richiamato atto notarile occorre verificare se, dagli atti di
acquisto e dal regolamento contrattuale, sia dato evincere che l’ingresso e il
vano scale dei due condomini siano comuni ai due fabbricati.
Se
la prassi di cui parla il lettore non sia supportata da convenzioni
contrattuali e/o dal regolamento condominiale, riteniamo – pur se
l’amministrazione dei due condomini è tenuta da un unico amministratore – che
la delibera relativa alla installazione dell’ascensore, nella scala comune
debba essere approvata dalle assemblee di ciascuno dei due condominii in base
ai rispettivi millesimi, congiuntamente o separatamente.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DELL’11
GENNAIO 2016