“”La satira è
una sorta di specchio dove chi guarda scopre la faccia di tutti, tranne la
propria””
Pochi sanno che Jonathan SWIFT, il celebre autore dei
Viaggi di Gulliver, era stato un pastore anglicano in una piccola parrocchia
irlandese. Aveva, così, potuto sbeffeggiare anche la noia mortale di certe
prediche, scrivendo un opuscolo sul metodo per far addormentare i fedeli
durante un sermone pomeridiano.
Un’ironia che aveva pervaso anche il suo capolavoro ma
che aveva raggiunto livelli di sarcasmo violento nella sua Modesta proposta
nella quale, con linguaggio da economista, proponeva di mettere sul mercato le
carni fresche dei bambini poveri per il consumo dei ricchi. Dal suo opuscolo La
battaglia dei libri ho proposto una battuta che non ha bisogno di commento.
Sono rarissimi, infatti, coloro che sanno praticare l’auto-ironia. Le due
bisacce della favola di Esopo sono recate sempre da tutti noi: pesante e ben
visibile davanti a noi è il fardello dei difetti altrui; gettato dietro le
spalle e ignorato il carico dei nostri vizi.
DAL SOLE 24 ORE
DEL 24 LUGLIO 2016