domenica, Maggio 5, 2024
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REGOLAMENTO EDILIZIO UNICO: Quando parte e i dubbi di applicazione

Regolamento edilizio nazionale vagliato, ecco da
quando dovrebbe essere attivata la riforma, ma se non si applica cosa succede?
Nulla…

====================

In
tema di 
edilizia è
probabilmente la principale 
riforma del
governo in questi anni. Il traguardo che costituisce uno dei passaggi più
rilevanti in tema di 
semplificazioni nel
settore è stato raggiunto ieri in conferenza unificata
Parte il regolamento edilizio unico nazionale.Ecco il processo di
applicazione e tutti i dubbi relativi all’applicabilità della riforma
sull’intero territorio.

Regolamento edilizio nazionale: quando parte?

Per
sapere quando parte il processo di applicazione del regolamento edilizio
nazionale, bisogna tenere conto di alcuni passaggi ulteriori. Le regioni a
partire da oggi hanno difatti
6
mesi di tempo per recepire il regolamento 
attraverso legge
o delibera.

Dal
recepimento regionale i 
comuni avranno ulteriori 6 mesi per
l’adozione.

In
breve da oggi ad un anno il 
regolamento
edilizio unico 
nei vari comuni
dovrebbe essere applicabile in tutta Italia.

L’impegno
sottoscritto ieri riguarda in prima battuta le 
Regioni a statuto ordinario,
mentre è opzionale per quelle a statuto speciale.

Come cambia il regolamento edilizio

Lo
schema di regolamento è composto da tre sezioni delle quali la prima
costituisce lo schema guida per la redazione del regolamento – ad uso dei
comuni e delle regioni, mentre la seconda e la terza sezione costituiscono 2
allegati che stabiliscono alcune 
definizioni
uniformi sull’intero territorio nazionale 
(si pensi all’attuale differenza tra le varie definizioni usate regione per regione per specificare la superficie netta, la superficie utile, l’altezza e i volumi degli edifici). Sono 42 le definizioni standard inserite all’interno della seconda sezione.

Nella
terza sezione sono stabilite invece 
118
norme statali 
che
hanno impatto sull’edilizia, dunque nei vari regolamenti comunali, le norme
statali saranno tutte richiamate attraverso un rimando all\’”allegato B” del
regolamento nazionale. questo renderà dunque il 
regolamento più leggibile e
d’altra parte eviterà di fissare le norme statali all’interno dei documenti
locali, con la conseguenza che quando le norme nazionali cambiavano, i
regolamenti comunali divenivano obsoleti.

Regolamento unico, non proprio unico

Come
spesso accade nel nostro Paese di fatto il regolamento 
non sarà del tutto uniforme sul
territorio.
L’accordo raggiunto ieri
difatti – come avevamo avuto modo di anticipare anche sulle nostre pagine
(leggi 
Regolamento
edilizio unico: ecco come funzionerà
)
– prevede che
ciascuna regione possa aggiungere alcune norme che abbiano un
impatto sull’edilizia e delle quali i vari comuni dovranno tenere conto.

Inoltre
anche le 
definizioni
“uniformi”
delle quali abbiamo detto,
potranno essere modificate in via transitoria dalle regioni se avranno
incidenza sulle previsioni dimensionali.

Questa
apertura, appunto, “transitoria”, ovvero per un periodo di tempo limitato,
permetterà alle regioni e ai comuni di piegare il regolamento alle esigenze
relative al pregresso,evitando di impattare sulle volumetrie
previste dagli strumenti urbanistici attuali.

Regolamento edilizio unico: ma lo cambiano anche
i Comuni

Anche
gli enti locali avranno la possibilità di 
integrare
lo schema di regolamento 
con misure che
vadano oltre le regoli comuni ad esempio con riferimento alle 
performance energetiche o
ai materiali bio.

Tuttavia
l’applicazione del regolamento unico nei termini detti sarà obbligatoria.

Quando
le Regioni recepiranno lo schema di regolamento, il comune sarà anch’esso
obbligato ad adottarlo; e se non lo fa, scaduti i sei mesi, le definizioni
uniformi e le norme sovraordinate (statali e regionali) «trovano diretta
applicazione».

Nessuna sanzione se il regolamento non è
applicato in Regione

Il Comune però
– e qui sta il punto debole del sistema –
non
è obbligato a far nulla 
qualora la
Regione non approvi il regolamento.

Perchè
la Regione adotti il regolamento, come abbiamo visto si prevede un limite di 6
mesi. Tuttavia non è prevista 
alcuna
sanzione per eventuali ritardi
. Un vilnius
normativo che potrebbe portare all’effetto della montagna che partorisce il topolino.

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