giovedì, Maggio 16, 2024
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RISCHIO GALERA: Morso d’amore (succhiotto)


Lasciare un succhiotto sul collo è reato

È violenza sessuale lasciare un succhiotto sul
collo della donna come visibile marchio di possesso.

====================

Se
lasci un 
succhiotto
sul collo 
a una donna solo per far
sapere a tutti che è «tua» commetti il reato di 
violenza sessuale.
È questo l’ineludibile verdetto della Cassazione pronunciato poche ore fa.
Addio fard e fondo tinta per nascondere i segni della passione: a far scattare
il reato di violenza sessuale, secondo i giudici supremi, non sono solo i
palpeggiamenti, le «mani morte» nelle zone erogene e i baci strappati con la
forza. Anche il 
morso
d’amore 
esprime una carica erotica. Anzi, per di più è un
atto che, se non voluto dal soggetto passivo, può esprimere lo scopo di
umiliarlo consapevolmente davanti agli altri, costringendolo a mostrare a tutti
il segno di un amore segreto.

Dunque,
il 
succhiotto
non richiesto
, solo per «marcare il territorio», esprime un
segno di possesso incompatibile con la libertà sessuale delle persone.
Ecco perché si
tratta di reato.

Ovviamente
il discorso vale in entrambi i sensi e quindi, anche per la donna. Un “
succhiotto
lasciato come marchio tangibile del possesso dell’amante sull’uomo può
configurare il reato di violenza sessuale. Si rischiano addirittura sei anni e
due mesi di carcere per un 
segno
sul collo 
non voluto e anzi interdetto
espressamente, ma procurato ugualmente con l’intenzione ben precisa di
“marchiare” il proprio partner (occasionale o meno che sia), in modo da far
capire agli altri pretendenti – o anche al coniuge tradito – “a chi
appartiene”.

Nel
caso di specie, l’imputato era un uomo che aveva lasciato il succhiotto sul
collo di una donna con la quale stava consumando un abbraccio particolarmente
passionale. L’amante, a propria discolpa, si era appellato al fatto che il
«morso d’amore» non aveva riguardato zone erogene e non poteva essere
interpretato come un atto di natura sessuale. Non di questo avviso è stata,
evidentemente, la Cassazione secondo cui anche il 
succhiotto «deve
poter essere definito sessuale sul piano obiettivo, senza attingere alle
intenzioni dell’agente».

Viene
quindi esclusa l’interpretazione secondo la quale l’atto sessuale vada
circoscritto ai soli «toccamenti delle zone (immediatamente) erogene del corpo,
con esclusione di tutte le altre».

Il
succhiotto sul collo, al contrario del bacio, non comporta un «mero toccamento
delle labbra» ma esige un’attività «prolungata» sul corpo stesso proprio per la
sua durata e intensità; proprio per questo «esprime esattamente quella carica
erotica che il concedersi con piacere alla bocca altrui comporta; una carica
pienamente colta dall’imputato che ne fa strumento di una riaffermata (e
malintesa) signoria sulla donna con un simbolo (il livido lasciato sul collo)
che vuoi significare un’intimità sessuale esattamente percepibile e percepita
come tale dai consociati senza necessità di ulteriori specificazioni».

Attenti
aspiranti vampiri: domani tutto ciò che potreste addentare saranno solo le
sbarre del carcere.

[1]Cass. sent. n. 47265/16.

Fonte: laleggepertutti.it 

 

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