“”Noi siamo
venuti quaggiù piangendo.
Lo sai bene: la
prima volta che sentiamo l’odore dell’aria, mandiamo un vagito e ci mettiamo a
piangere … Appena nati, noi piangiamo per essere venuti in questo grande teatro
di pazzia.”””
E’ nella memoria di tutti la figura tragica del re Lear
shaksperiano, soprattutto quando, espulso dalle figlie, vaga in mezzo alla
tempesta, accompagnato solo dal fedele Kent e dal buffone di corte. Il suo
grido disperato riassume l’esistenza umana in quel vagito primordiale, appena
sentito <<l’odore dell’aria>> la quale già puzza di sangue ed è
striata dalle urla e dalle lacrime umane.
Certo, la visione è pessimistica, tuttavia è come una
scossa elettrica che dovrebbe far fremere il torpore dell’abitudine, dell’indifferenza,
dell’egoismo.
Sempre da Shakspeare, nel Machbeth, ci proviene quel
celebre monito, anch’esso pessimistico, ma da meditare: <<La vita non è
che un’ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita
sulla scena del mondo per la sua ora e poi non se ne parla più. Una favola
raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa
nulla.>>.
DAL SOLE 24 ORE
DEL 04 DICEMBRE 2016