San Valentino, il diritto della donna a rovinare l’uomo
Disinnamorarsi è un diritto, ma se a questa presa di consapevolezza corrisponde anche il destino – non solo sentimentale, ma anche economico – di un’altra persona, non si tratta più di diritto, ma di potere.
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Innamorarsi è una fortuna, disinnamorarsi un diritto: ma se la fine dell’amore è causata da una scelta della moglie, sull’uomo non ricadono solo le tristi conseguenze sentimentali. Per come è ancora scritta la nostra legge, si può dire che la donna ha il potere di “rovinare” l’uomo economicamente. Come? Molto semplice.
Immaginiamo una coppia, marito e moglie, dove lei non lavora e lui, invece, ha un reddito di 1.800 euro al mese. La coppia ha due figli ancora in età scolare e una casa di proprietà dell’uomo. Un giorno, lei si rende conto di non amare più il marito, glielo comunica e gli chiede di andarsene di casa. Lui non ne vuole sapere: sostiene che, trattandosi di una decisione non sua, è piuttosto la moglie a dover traslocare. Così la donna si rivolge al giudice. All’esito della causa di separazione, il tribunale riconosce alla moglie:
- il diritto a vivere nella casa coniugale insieme ai figli: figli che il padre potrà vedere due o tre volte a settimana;
- il diritto a un assegno di mantenimento per sé di circa 300/400 euro;
- il diritto a ricevere il mantenimento per i figli di circa 500/600 euro;
- il diritto a ottenere il 50% delle spese straordinarie per i figli.
Risultato: dalla scelta –premeditata o meno –di porre fine al matrimonio, la donna si ritrova, da nullatenente che era prima del matrimonio, ad avere:
- casa ove vivere;
- figli con sé;
- un totale di circa 1.000 euro come contributo per il proprio mantenimento e quello dei figli.
Il marito, invece, che magari era ancora innamorato della moglie, è costretto a:
- distaccarsi dagli amati figli;
- vedere i figli solo in giorni prestabiliti;
- vivere con meno della metà del reddito che guadagna;
- andare via dalla propria casa e sostenere le spese di un affitto o un nuovo mutuo;
- sentirsi contattato ogni volta che c’è una spesa straordinaria.
San Valentino è proprio il momento giusto per chiedersi se questo sia davvero amore…
Esiste un diritto a “disinnamorarsi”? Immaginiamo che la moglie dica al marito che non lo ama più. È responsabile e subisce l’addebito?
Assolutamente no. L’addebito consegue solo alla violazione di doveri matrimoniali come la fedeltà o la coabitazione. È diritto di ciascun coniuge lasciare l’altro perché non lo ama più. Con la conseguenza – anche se può sembrare paradossale e ingiusto – che se a non essere più innamorata è la moglie, e questa ha un reddito inferiore a quello del marito, l’uomo sarà costretto a pagarle il mantenimento e, in presenza di figli, a lasciarle la casa coniugale dove questa andrà a vivere con i bambini, fino alla loro indipendenza economica.
Fonte: LLpT