Governo ed economia: Incertezza permanente!
Come per la Fca Italy SpA, con sede in Italia e 16 stabilimenti produttivi con 55 mila dipendenti, con un indotto occupazionale di dieci volte tanto, il tema del finanziamento a garanzia pubblica, si ripropone, con gli stessi protagonisti, ahimè, quando si parla di Autostrade per l’Italia (Aspi), salita alla ribalta nazionale dopo il crollo del ponte di Genova.
La Fca Italy che, nel solo 2019, ha corrisposto al nostro erario oltre 70 miliardi di euro, quale prodotto e fatturato da queste parti, non basta per giustificare l’aiuto, adducendo il fatto del trasferimento della Capogruppo (controllante della Fca Italy) della sede legale e fiscale in Olanda e nel regno Unito.
Per l’Aspi, da circa due anni si parla con insistenza di revocare la concessione, causa sicure responsabilità nel crollo del ponte e stabilendo unilateralmente una grave inadempienza contrattuale, quale la corretta e puntuale manutenzione delle infrastrutture.
Con Giggino & C. al Governo i Tribunali possiamo mandarli in ferie a tempo indeterminato e i processi non servono: sentenza già emessa, i provvedimenti sanzionatori sono all’esame, si stanno studiando i fascicoli di Atlantia, la cassaforte e controllante di Aspi.
Aspi – Richiesta di finanziamento decreto liquidità
Essendo stata colpita dagli effetti della chiusura per il recente stop di un paio di mesi, con una significativa riduzione di fatturato ed in crisi di liquidità, l’Autostrade per l’Italia, già dallo scorso aprile, ha richiesto un finanziamento a garanzia pubblica (70% circa) alla Cassa Depositi e Prestiti che, presa da mille impegni non ha ancora risposto, neanche una interlocutoria, una Pec, o anche solo un sussurro di avvenuta ricezione e lettura.
Il dossier è all’esame, sembra!
Già, perché agli effetti dell’articolo 35 del milleproroghe, riguardante la eventualità della revoca della concessione, si è aggiunta una recente dichiarazione del viceministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, che ad una domanda sulla richiesta di liquidità attraverso il meccanismo di garanzia dello Stato con Sace ha risposto recentemente, sbarrando la strada: “domandare è lecito, rispondere è cortesia: no grazie!”.
Con le dichiarazioni del viceministro dello Sviluppo Economico – le difficoltà del finanziamento sono aumentate, pur essendo una possibilità prevista dal decreto liquidità n.23/2020.
Infine, con riferimento alla revoca della concessione, Atlantia ha ricordato che:
“non è ancora pervenuta alcuna risposta alla proposta formale inviata da ASPI al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti lo scorso 5 marzo, al fine di trovare una soluzione condivisa relativamente al procedimento di contestazione in corso ormai da quasi due anni”
Il tutto ha danneggiato la società, come si legge nel comunicato. Gli effetti della pandemia, inoltre, si sono aggiunti nel creare una prospettiva non facile.
Atlantia: azioni legali in vista?
Dinanzi allo scenario finanziario così descritto, Atlantia ha quindi dato mandato ai propri legali “per valutare tutte le iniziative necessarie per la tutela della società e del Gruppo, visti i gravi danni”.
Una soluzione concordata con l’esecutivo, quindi, potrebbe farsi più difficile. Il Movimento 5 Stelle resta sempre agguerrito e la società pare molto attenta a perdite, danni e prospettive finanziarie.
Conclusioni
Ad una situazione confusa ed incerta si è aggiunta la grave pandemia in atto che tanti danni sta provocando alla nostra economia.
Oggi più che mai bisogna dare delle certezze e assumersi delle responsabilità per le decisioni da prendere, quali che siano, non potendo più tirare a campare.
Bisogna fare delle scelte, bisogna uscire dal Bar Sport, bisogna fare politica!