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Tutti i numeri sul riciclaggio di denaro sporco in Germania

Tutti i numeri sul riciclaggio di denaro sporco in Germania

 

Crescono di quasi il 50% i casi sospetti di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, in Germania. Nel Paese, denuncia il direttore dell’Unità di intelligence finanziaria, Fiu, manca una cultura di contrasto vero al reato di riciclaggio.

Tutti i dettagli.

LA CRESCITA (RECORD) DEI CASI SOSPETTI

Partiamo dai numeri. L’Unità federale antiriciclaggio tedesca ha registrato, per il 2019, un record di 114.914 casi sospetti di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo, secondo quanto riportato da Tagesspiegel, che ha visionato in anticipo il report.

La cifra segna un aumento di quasi il 50 per cento rispetto all’anno precedente. I casi, spiega l’Unità federale, sono collegati a un totale di 355 mila transazioni sospette.

LE SEGNALAZIONI

A segnalare la maggior parte dei casi sospetti sono state alcune banche tedesche e altre istituzioni finanziarie. Tra i segnalanti anche notai e agenti immobiliari.

ACCUSA NON CONSOLIDATA

“Il problema è che l’accusa di riciclaggio di denaro sporco in Germania non è tradizionalmente ben consolidata”, ha detto al Tagesspiegel il direttore della Fiu, Christof Schulte.

UN TREND IN CRESCITA

I numeri, comunque, non stupiscono. Già lo scorso anno, l’Unità di intelligence finanziaria denunciava che il trend di casi sospetti di riciclaggio fosse in crescita. Nel 2018 sono stati registrati più di 77 mila casi di riciclaggio di denaro.

SETTORE IMMOBILIARE PIU’ VULNERABILE

E fin dallo scorso anno emergeva, anche, che il settore immobiliare tedesco presentasse una “estrema vulnerabilità”, riporta Handelsblatt. Negli ultimi anni, scrive il quotidiano, ci sono state ripetute indicazioni sul fatto che il settore immobiliare possa essere una via di accesso preferenziale per riciclare denaro.

I PRIMI PASSI DEL GOVERNO

Il Governo, comunque, qualche passo per fermare i reati di riciclaggio lo ha fatto. A novembre scorso il Parlamento ha promosso una serie di norme antiriciclaggio, allineandosi con le norme Ue.

Agenti immobiliari, notai, commercianti di metalli preziosi e case d’asta sono obbligati a dichiarare tutte le transazioni sospette.

TRUFFATORI E FURBETTI DEGLI AIUTI DI STATO

Il reato di riciclaggio non si sposa certo bene con l’immagine di una Germania severa e rispettosa delle norme. Un po’ come le truffe e gli inquinamenti malavitosi con riferimento agli aiuti di Stato per il coronavirus.

“Sarebbero nell’ordine di migliaia – ha scritto Pierluigi Mennitti su Start Magazine – i tentativi di truffa tentati da cittadini tedeschi (ma anche di stranieri residenti in Germania) che hanno provato ad accaparrarsi i soldi degli aiuti immediati stanziati da governo e regioni pur non avendone diritto. Nel mirino in particolare i sostegni finanziari alle piccole imprese con meno di 15 dipendenti e ai lavoratori autonomi”. Tra i truffatori ci sarebbero  impiegati, disoccupati, funzionari pubblici e anche “vere e proprie bande della criminalità organizzata, in particolare i famigerati clan arabi che da tempo costituiscono uno dei problemi di ordine pubblico nelle metropoli tedesche”.

Fonte: https://www.startmag.it/mondo/come-galoppa-il-riciclaggio-di-denaro-in-germania/?ct=t(RSS_EMAIL_CAMPAIGN)

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Analogie con l’Italia

Le prime riflessioni, che poi valgono anche da noi in Italia, quando si tratta di intercettare fenomeni di criminalità organizzata che si trasferiscono da una Regione all’altra del nostro territorio.

In questi casi, è fondamentale che le strutture preposte facciano il loro dovere, cercando di fare prevenzione, ovvero intercettare fenomeni di rischio in occasione del trasferimento di asset mobiliari o immobiliari.

Seguire il denaro quando i patrimoni passano di mano, rappresenta la fase più interessante per comprendere la causale della transazione, i soggetti coinvolti, le modalità di pagamento e, per quanto possibile, tracciare delle ipotesi sulle origini della provvista.

Gli affari non hanno patria e si spostano dove i controlli sono meno incisivi e il rischio è più basso. La realtà presenta il conto e l’economia reale ne soffre, la sana concorrenza è a rischio, mettendo in discussione ogni corretta dinamica imprenditoriale. Di fronte a tali scenari, nella migliore delle ipotesi, la pubblica amministrazione si mostra pavida, sopporta o per paura o, in qualche caso anche per convenienza e la “cancrena” cresce, si allarga, si rinforza, fino a diventare quasi costume di quel territorio.

I settori economici più esposti sono sempre gli stessi e quindi ci riferiamo al turismo, alla ristorazione, all’edilizia. Insomma, parliamo di ambiti dove il cash imperversa e non si nasconde, dove si illumina, si manifesta e alla fine si riesce anche a capire qualcosa in più sulla origine della provvista.

Quando questo succede, al pari di analoghe ramificazioni nel nostro territorio nazionale, significa che qualcosa non ha funzionato nell’azione di prevenzione e controllo. Significa che qualcuno ha dormito – penso ai notai, professionisti e banche – che hanno assistito impotenti a tali ramificazioni.

I patrimoni che cambiano di mano, le partecipazioni nell’azionariato di una società, gli aumenti di capitale ed i titolari effettivi che cambiano senza che nessuno alza un dito, ci pone qualche domanda.

Se queste sono le premesse, anche se vediamo un aumento esponenziale delle Sos, la criminalità organizzata imperversa dappertutto, in Germania come altrove!

 

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