Recovery fund: I rischi occulti di una opportunità storica!
La criminalità organizzata o il malaffare in genere vanno dove è più facile fare affari e se poi sentono l’odore dei soldi, tanti soldi, ancora peggio perchè riesce ad arrivare ovunque, o attraverso forme di corruzione apparentemente imbattibile o grazie al cattivo funzionamento della pubblica amministrazione.
Giuseppe Zafarana, l’attuale Comandante generale della Guardia di finanza, proprio oggi, ha rilasciato una intervista al Sole 24 Ore, enunciando la necessità di un “Monitoraggio attento per evitare alterazioni del mercato e arricchimenti personali. Controlli con analisi di rischio, collaborazioni con enti erogatori, Prefetture e associazioni di categoria”.
I temi toccati sono stati diversi, interessanti ed attuali.
Riporto un breve stralcio con qualche piccola, piccolissima e sommessa osservazione, frutto della mia personale esperienza, prima come finanziere (circa 30 anni) e poi come RAA (circa 8 anni) in un Gruppo bancario:
D. La grave crisi economica legata alla pandemia vi ha obbligati ad accendere un faro su possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo del Paese. Avete numeri e riscontri concreti?
R. Il crimine organizzato, approfittando della pandemia e delle difficoltà delle imprese si è infiltrato nella economia legale e l’operazione “Habanero” conclusa a luglio scorso dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Milano, che ha portato all’arresto di dieci persone e all’applicazione di misure cautelari per oltre 7,5 milioni di euro, facendo luce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in diverse società lombarde.
Osservazione
A fronte dei 400 miliardi di euro messi a disposizione dallo Stato con il DL 23/2020, denominato il decreto liquidità – bazooka dell’economia, è stato l’appellativo usato dal Premier nella conferenza stampa di presentazione – per facilitare i finanziamenti a garanzia pubblica ad imprese e famiglie (prestiti da restituire in dieci anni), è giunto a destinazione soltanto il 25%. Se ancora oggi, succede quello che è capitato al professionista, da 40 anni cliente della Bpm, richiedente 25mila euro e che dopo 5 mesi ancora aspetta … https://www.giovannifalcone.it/bpm-quando-le-parole-non-servono/
Con queste premesse, con queste difficoltà, con la richiesta “manleva sul merito creditizio” che non viene concessa come opportunamente richiesto dall’Abi, come facciamo a meravigliarci se la criminalità organizzata arriva prima a finanziare le imprese, modificando la geografia delle compagini societarie entrando nel capitale delle società con risorse fresche o con prestanomi?
D. Il Governo ha annunciato che la riforma fiscale sarà resa possibile dalle maggiori risorse che lo Stato recupererà dalla lotta all’evasione. Quale sarà il vostro ruolo? La sospensione dei termini di accertamento introdotti sulla scia dell’emergenza Covid-19 sta ostacolando il vostro lavoro?
R. In questo periodo di difficoltà per le imprese e per i contribuenti, d’accordo con l’Agenzia delle entrate, abbiamo deciso spontaneamente di sospendere verifiche e controlli fiscali privilegiando l’esecuzione di indagini di polizia giudiziaria nei confronti dei fenomeni di evasione fiscale più gravi e insidiosi, in particolare quelli di matrice internazionale.
Osservazione
La vera evasione fiscale in Italia, come la cronaca giudiziaria ce lo ricorda continuamente, è rappresentata dalle estero vestizioni fittizie, dalle cartiere che producono fatture false, dalle frodi carosello sull’Iva comunitaria, dalle fatturazioni infragruppo tese a ridurre il carico tributario delle aziende in attivo (spostando l’imponibile secondo il principio dei vasi comunicanti).
Perseguitare il contribuente nazionale – spesso su adempimenti meramente burocratici di scarso interesse ai fini del recupero di imponibile – rappresenta una vessazione intollerabile.
D. L’Iva resta l’imposta più evasa. L’emergenza sanitaria ha fatto emergere nuove tipologie di frodi?
R. I sistemi di frode tradizionali, basati sulla interposizione di entità giuridiche, le cosiddette cartiere, prive di consistenza patrimoniale e intestate a prestanomi. Stiamo agendo sul piano preventivo, in sinergia con l’Agenzia delle entrate, al fine di chiudere tempestivamente le partite Iva illegali.
Osservazioni
Delle “partite Iva morte” se ne parla da decenni, senza risultati soddisfacenti, ma direi addirittura neanche decorosi. L’esempio che ho raccontato del “carrozziere barese” è emblematico per dire come opera l’amministrazione finanziaria con poche idee ma confuse – https://www.giovannifalcone.it/fisco-morte-fantasia/
Segnalazione operazioni sospette
Sulla gestione di questo delicatissimo settore, tanto per il modus operandi – https://www.giovannifalcone.it/antiriciclaggio-innocente/ o per la difficoltà evidente di assicurare la riservatezza necessaria, rinvio ad altri commenti.
Mi fermo qua!