Elezioni amministrative 2021: Analisi del voto!
Di norma quando si chiudono le urne, per qualunque tipo di appuntamento elettorale, tutti i leader di partito sono contenti perché, in un modo o nell’altro, anche con sfaccettature diverse, dichiarano di aver vinto tutti.
Questa volta invece, con oltre mille Comuni impegnati nella competizione sembrano tutti ammutoliti. Personalmente credo che sono emerse due novità, due notizie, una pro ed una contro la democrazia.
Quella contro è rappresentata dall’alta diserzione all’appuntamento elettorale di oltre il 50% degli aventi diritto.
Quella pro invece, è la sostanziale scomparsa del populismo grillino, degli scappati di casa come qualcuno ebbe a definirli solo qualche anno addietro. Gli italiani hanno capito che inseguire i problemi complessi con soluzioni semplici, in genere elaborate al Bar Sport, non funziona. Hanno capito che la teoria dell’uno vale uno non funziona, è deleteria, laddove invece la competenza, la conoscenza, lo studio costituisce un percorso obbligato per la nostra convivenza.
Personalmente, sono soddisfatto del risultato elettorale.
Analisi del voto
Il segretario del Partito Democratico è apparso raggiante del risultato ottenuto, avendo vinto al primo turno su Milano, Bologna e Napoli, mentre in altri grandi centri urbani come Roma, Torino e Trieste si aspetta l’esito del ballottaggio fra una quindicina di giorni.
Il nostro Enrico, da ex parigino, senza aver fatto nulla per questi risultati, si è lanciato dicendo che “uniti si vince”, rivendicando l’accordo con i grillini prima del voto.
Il nostro Enrico, preso dall’euforia non ha considerato che se avesse puntato direttamente su Carlo Calenda a quest’ora avrebbe chiuso anche la partita sulla capitale, dimostrando di cercare l’interesse di Roma e dei romani.
Avrebbe enfatizzato con tale scelta, il ruolo della politica che risolve i problemi, della competenza al posto del tirare a campare che Roma certamente non merita ed i romani, dopo la cura di Virginia Raggi, sanno bene.
Invece ha preferito perdere tempo e credibilità, puntando su uin burocrate a tutto tondo, Roberto Gualtieri che, a prima vista, mi sembra il “Marino” del terzo millennio: L’uomo giusto nel posto sbagliato.
Enrico Letta, nella sua veste di segretario del più grande partito di sinistra esistente nel nostro Paese, non ha capito che l’aver vinto, se di vittoria si tratta, è tutto demerito degli avversari e non certo per una scelta strategica.
Cerco di spiegarmi meglio, rubricando alcune amenità cavalcate dal duo “Meloni – Salvini”, pur in presenza di una situazione drammatica, economica, sociale e sanitaria in cui versa l’intero Paese, ricordando le gravissime emergenze – sanitaria ed economica soprattutto – che hanno dato vita all’attuale Governo.
Infatti, grazie a questa metamorfosi registrata a Palazzo Chigi in data 13 febbraio 2021, con il giuramento del Governo di Mario Draghi, con uno sforzo corale della intera coalizione, si è riusciti a far decollare un piano vaccinale efficace mettendo in sicurezza l’80% della popolazione e portando tutti gli indicatori economici in territorio positivo, come testimoniato dagli osservatori di qualunque colore.
Con queste premesse, il duo sopra citato, cioè la coppia di fatto di “Giorgia & Matteo”, scatenando le piazze e cavalcando il malcontento di popolo, sono stati contro il Green pass od anche l’obbligo vaccinale sui luoghi di lavoro.
In un momento di emergenza e di generale difficoltà, nel ricordo di una chiusura generalizzata dell’intero sistema Paese, con gli effetti sulla economia che conosciamo bene, credo che il popolo non abbia gradito queste sceneggiate.
Gli scandali che hanno accompagnato la coerenza della coppia di fatto, poi, hanno completato l’opera dimostrando l’assoluta incapacità della loro classe dirigente a guidare l’Italia.
E’ stato scongiurato un pericolo e già questo è un risultato certamente non da poco.
Avanti così!