mercoledì, Maggio 1, 2024
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Consob: Direttore generale cercasi!

Consob: Direttore generale cercasi!

 

Purché in possesso di specifica e comprovata competenza ed esperienza nelle materie oggetto dell’attività di vigilanza e di indiscussa moralità e indipendenza, ognuno, a livello europeo, può avanzare la propria candidatura per la carica di Direttore generale all’interno della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (meglio nota con l’acronimo CONSOB), ente rivolto alla tutela degli investitori, all’efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano. Parliamo di un’autorità amministrativa indipendente  dotata di autonoma personalità giuridica con piena autonomia operativa, istituita con la legge 7 giugno 1974, n. 216.

La funzione di vigilanza si svolge di concerto con la Banca d’Italia, per quanto riguarda l’attività degli istituti di credito italiani o di diritto estero operanti in Italia. Il suo operato si inserisce nella più ampia cornice del Sistema europeo di vigilanza finanziaria, attivo dal 2011.

I requisiti indicati in premessa, sono stati fissati dalla stessa Consob e la candidatura, per eventuali manifestazioni di interesse nel prestigioso incarico, sono aperte fino al primo luglio p.v., per una selezione finale che sarà svolta dall’apposita Commissione interna, che opererà con ampia discrezionalità.

La figura di Direttore generale dura in carica fino a cinque anni, è rinnovabile e “può essere revocata in ogni tempo, anche senza giusta causa, con deliberazione della stessa Commissione” che ha provveduto alla nomina.

Pratica operativa

Posto l’indiscusso prestigio e responsabilità della carica, da comune cittadino, da osservatore delle vicende più recenti del mondo finanziario, mi permetto di dare qualche consiglio disinteressato alla costituenda figura di Direttore generale.

Lo dico facendo tesoro delle disgrazie che hanno colpito le tante migliaia di risparmiatori, che hanno avuto l’unica colpa di fidarsi di soggetti economici – multinazionali o banche – acquistando obbligazioni che, alla scadenza si sono rivelate carta straccia. Si è trattato, per lo più, di società fallite, dichiarate insolventi alla scadenza dei prestiti obbligazionari, garantiti con “fondi patrimoniali” rivelatisi fasulli, fittizi e che nessun organo di controllo ha mai controllato.

L’esempio più emblematico e conosciuto è stato quello che ha interessato la “Parmalat“, colosso dell’alimentazione mondiale, fallito per la ingordigia degli amministratori, pur continuando a produrre eccellenze.

Ecco, questo è un errore imperdonabile che qualunque organismo di controllo e la Consob al primo posto, non si può più permettere significando che bisogna verificare sempre le “garanzie” fornite dalle società quotate in borsa nel momento in cui chiedono soldi al mercato, ai risparmiatori.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico!

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