SCHEDA NOTIZIE: Antesignano dell’Adeguata verifica della clientela
Nel settembre 1999, cessando volontariamente il rapporto di lavoro nella Guardia di finanza, iniziai a collaborare con un gruppo bancario, occupandomi a tempo pieno di “Antiriciclaggio”.
Da subito, mi posi il problema di come fare per “conoscere la clientela”, onde consentirmi una valutazione di merito approfondita sulla tipologia di operazioni poste in essere e che la procedura informatica interna mi consentiva di visionare.
In altri termini, avevo una visione “oggettiva” della operatività di tutta la clientela e quindi avevo la urgente necessità di verificare il profilo “soggettivo” del cliente, come l’attività economica svolta, il tenore di vita e la pubblica stima sul territorio.
In tal senso, pensai ad una “SCHEDA NOTIZIE”[1], laddove, in modo sinergico, chiesi la collaborazione ai rispettivi Direttori di filiale che dovevano procedere alla compilazione, concludendo con specifiche “valutazioni finali”.
Fu evidentemente una fase difficile, nel senso di farne comprendere l’importanza laddove venivo accusato di voler creare un Archivio di polizia all’interno della banca.
Invece, con tale impostazione, accompagnata da una sistematica, continua e diretta attività di formazione antiriciclaggio, riuscii a superare indenne – cioè senza ricevere alcun rilievo – ben cinque attività ispettive svolte dall’Organo di vigilanza centrale (quello che si chiamava l’UIC), sempre conclusi, al contrario, con lusinghieri apprezzamenti.
E’ stata una esperienza intensa, sotto il profilo umano e professionale che mi ha ulteriormente convinto che fare antiriciclaggio significa applicare comune e razionale buon senso, a cominciare dalla conoscenza della clientela, ovvero dalla sua potenzialità economica.
Nell’anno 2007, come tutti sappiamo, giunse normativamente l’obbligo del “Questionario antiriciclaggio” e quindi dell’Adeguata verifica della clientela.
Il resto è storia nota!
E’ stata per me una grande soddisfazione!
[1]Quella riportata in copia riguarda il caso di un ragazzo, impiegato all’interno dell’azienda di famiglia che accantonò sul proprio conto corrente personale extracontabile, nell’arco di un semestre, ben 1,5 milioni di euro in denaro contante, caratterizzando gran parte della operatività aziendale “in nero” (vendite senza fattura) :
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