venerdì, Maggio 17, 2024
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Imprenditore vicino ai clan. La finanza sequestra quote e società anche nel Senese

Imprenditore vicino ai clan. La finanza sequestra quote e società anche nel Senese

Fonte: La nazione

Il blitz su richiesta dell’Antimafia nei confronti di un 58enne titolare di aziende edili e immobiliari. Farebbe parte di un ristretto gruppo di impresari di fiducia di due fazioni dei Casalesi.

Beni per oltre 8 milioni di euro sono stati sequestrati ieri dalla guardia di finanza a un imprenditore presunto colluso con il clan dei Casalesi. L’inchiesta si è allungata anche nella nostra provincia a conferma, come più volte ripetuto dalle istituzioni, che l’attenzione deve restare massima rispetto alla sanità dell’economia locale.

Il decreto, emesso dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è stato notificato ad un 58enne originario di Casal di Principe e titolare di aziende edili e immobiliari, dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli. In applicazione delle disposizioni del “Codice Antimafia” il Gico di Napoli ha infatti sottoposto a sequestro, complessivamente, le quote e l’intero patrimonio aziendale. Particolarmente cospicuo e composto da 16 società con sede appunto nelle province di Caserta, Chieti e Siena, unitamente a 51 immobili tra fabbricati e terreni (posti questi invece nelle province di Chieti e Caserta), 8 fra auto e motoveicoli, nonché 27 rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro.

L’imprenditore “risulta rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso e condannato in primo grado per reati di corruzione e di turbativa d’asta nell’ambito di indagini condotte dai carabinieri. Per diversi pentiti, ma anche per inquirenti e giudici – si legge nell’Ansa – dal 2000 sarebbe entrato a fare parte di un ristretto gruppo di imprenditori di fiducia delle fazioni Schiavone e Russo del clan dei Casalesi al quale versava il 10% dell’importo dei lavori che si procurava. Gli approfondimenti di natura economico-patrimoniale eseguiti anche con una procedura di controllo giudiziario, poi trasformata in un’amministrazione giudiziaria, durata tre anni e mezzo, hanno evidenziato una presunta condizione reddituale e finanziaria incompatibile con il patrimonio accumulato nel tempo, ragionevolmente riferibile, a prescindere dal dato della sproporzione, al frutto del rapporto malavitoso instaurato con i Casalesi”.

 

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