venerdì, Maggio 3, 2024
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Frodi carosello: La vera croce del fisco nazionale!

Frodi carosello: La vera croce del fisco nazionale!

Il tallone di Achille della nostra Amministrazione finanziaria ruota proprio attorno alle “frodi carosello”, capaci di produrre una gigantesca perdita di entrate tributarie.

Il metodo è sempre lo stesso: Vendite sotto costo da parte di “prestanomi” titolari della sola partita Iva e privi di logistica imprenditoriale, in termini di mezzi e personale e ciò malgrado, in grado di sviluppare fatturati incredibili a diversi zeri.

Sono cartiere che producono false fatturazioni, evadendo in toto l’Iva comunitaria nell’acquisto di merce sul territorio della Unione europea.

Malgrado la cronaca giudiziaria ci informa con cadenza quotidiana di tante associazioni a delinquere, nate apposta per perseguire questi progetti criminali, il fenomeno è in continua crescita e sembra inarrestabile.

Adeguata verifica

La “verifica di cantiere”, in presenza dell’esercizio di attività economiche dichiarate senza alcuna organizzazione logistica ed imprenditoriale, regolarmente documentate da Visure camerali e con fatturati in continua ascesa, devono indurre i soggetti obbligati – in primis banche e professionisti – ad adempiere agli obblighi di Segnalazione di operazione sospetta con ogni necessaria sollecitudine.

Soprassedere o semplicemente galleggiare di fronte a fenomeni della specie, espongono il soggetto obbligato a gravi rischi anche in termini sanzionatori da parte degli organismi di vigilanza (Autorità giudiziaria, Uif, Guardia di finanza).

L’uomo avvisato è mezzo salvato!

Esiste una soluzione?

L’unica soluzione praticabile passa dalla esigenza di un’arminizzazione fiscale a livello comunitario. Ricordo in proposito quando, verso la fine degli anni ’90, un imprenditore spagnolo – commercio ingrosso e dettaglio di componentistica per computer – telefona ad un omologo della provincia di Bari, nei confronti del quale, come Guardia di finanza, stavamo indagando per una “frode carosello”. Nel corso della telefonata, gli dice: “Beati voi che avete l’Iva al 20%, perchè da noi è solo al 16%”.

Ora, per un imprenditore onesto, avere l’imposta più bassa dovrebbe rappresentare un incentivo maggiore perchè il costo finale del consumatore sarebbe più basso.

L’imprenditore onesto ma qui, nelle frodi carosello, avviene tutto il contrario.

L’unica soluzione è far pagare l’imposta nel Paese dove la merce viene acquistata, senza aspettare il Paese di destinazione dove la stessa merce viene immessa in consumo (come succede adesso). In pratica, comprando la merce in un Paese della UE, devo pagare l’Iva come se l’acquisto lo facessi a Roma o comunque nel territorio nazionale.

Sembra una cosa semplice.

Per l’appunto, sembra!

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Varese, 2 arresti per frode carosello. 50 milioni di euro di iva evasa

VARESE (ITALPRESS) – Finanzieri del Comando Provinciale di Varese hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, su richiesta della Procura Europea – sede Milano, al termine di un’indagine che ha interessato il sistema delle “frodi carosello” all’imposta sul valore aggiunto.

Data anche l’entità dell’imposta evasa, l’indagine è divenuta di competenza della Procura Europea – sede Milano che ha diretto i finanzieri negli ingenti riscontri di documentazione contabile e bancaria, ricostruendo l’importazione di oltre 3 milioni di componentistica informatica, unitamente alle indagini tecniche.

Proprio da queste è emerso il complessivo contesto delittuoso gestito dal coniuge che risultava già colpito da precedenti misure cautelari personali per truffa e reati di bancarotta nonchè consegnato alle autorità tedesche per essere arrestato per fatti compiuti in territorio estero e da un ulteriore soggetto, legati tra loro da un lungo vincolo di amicizia, arrestato al rientro in territorio nazionale dalla Moldavia da dove gestiva la frode fiscale. Nel corso dell’attività investigativa, emergeva che le conversazioni degli indagati erano principalmente incentrate sul come poter riciclare i proventi della frode, nel frattempo spesi in ristoranti e auto di lusso (Lamborghini, Maserati, Audi Q8) nonchè in importanti investimenti a Dubai e Hong Kong, pietre preziose del Ghana e hotel di lusso in Puglia. All’atto degli arresti, sono stati perquisiti sia i due indagati sia i locali in uso ai predetti rinvenendo numerosi smartphone utilizzati per le operazioni di home banking relativi agli ingenti bonifici quotidianamente eseguiti, documentazione contabile e amministrativa relativa alla costituzione di nuove società utili alla frode e denaro contante.(ITALPRESS).

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