venerdì, Maggio 3, 2024
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Partite Iva “Apri & Chiudi”: 17 condanne!

Partite Iva “Apri & Chiudi”: 17 condanne!

Premetto nel dire che nella finanziaria scorsa scritta nel settembre 2022, venne inserito un importante precetto in base al quale l’amministrazione finanziaria avrebbe accentuato significativamente i controlli sulle Partite Iva “Apri & Chiudi” con l’obiettivo di arginare l’annoso problema delle frodi fiscali perpetrate a mezzo delle “Frodi carosello”.
E’ stato un precetto questo che, se concretamente attuato – e queste indagini ne confermano l’importanza in termini di danno per l’Erario – da solo, vale quanto tutte le finanziarie dell’ultimo mezzo secolo.
L’articolo descrittivo dell’associazione a delinquere della maxi frode fiscale che si è concluso in Tribunale con 17 condanne, parla di “prestanomi nullatenenti”. Nella realtà, a mio avviso, si tratta di “teste di legno nullatenenti” e sappiamo bene che la differenza è sostanziale .- Testa di legno & prestanome: Esiste una differenza? | Formazione & consulenza antiriciclaggio (giovannifalcone.it).
A voler fare un appunto sulla vicenda in commento, mi sento di dire che, in situazioni di questo genere, laddove vengono accertate le responsabilità dei professionisti coinvolti in modo definitivo – commercialista e consulente del lavoro – la pena accessoria della “interdizione da una professione o da un’arte” – ex articolo 30 cp non deve limitarsi ad un arco temporale a termine (temporanea) pensì permanente ovvero perpetua.
Questo lo dico per sottolineare ancora di più, il ruolo dei professionisti nell’impostare e dare vita ad un’associaziomne a delinquere di questa natura.
Dettagli!
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Aziende intestate a prestanome, maxi giro di evasione: 17 condanne

Fonte: La Repubblica

Le aziende erano tenute in vita al massimo per tre anni, per evitare i controlli, ed erano intestate a prestanome nullatenenti per neutralizzare le pretese dell’erario.

Si è concluso con 17 condanne il processo con rito abbreviato su un maxi giro di evasione realizzato secondo le accuse da un commercialista e una consulente del lavoro (con base in uno studio a Sesto Fiorentino), a beneficio di una rete di imprenditori cinesi titolari di pelletterie, ristoranti e centri estetici, che in una manciata di anni si sono arricchiti alle spalle dello Stato e della concorrenza.

Quattro anni per il commercialista Francesco Schiavone, 3 anni e 8 mesi per la sua collega di studio Francesca Venezia (consulente del lavoro), considerati i promotori dell’associazione a delinquere finalizzata di cui avrebbe fatto parte anche Yangchang Zhu, detta “Maria” (3 anni e 8 mesi). Condanne fino a 4 anni e 4 mesi per 14 imprenditori cinesi.

Le indagini erano esplose nel luglio del 2021 con 30 misure cautelari e un sequestro di beni per 40 milioni di euro, pari alla somma sottratta all’erario.

Ai domiciliari, su richiesta del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal pubblico ministero Fabio Di Vizio, erano finiti 24 cittadini cinesi. Cinque le persone finite in carcere, 90 gli indagati. “Un’indagine spartiacque – commentò l’allora procuratore Giuseppe Creazzo – abbiamo colpito il livello più elevato, il livello di gestione di decine e decine di imprese”.

Secondo le accuse, gli imprenditori erano titolari di fatto di oltre 80 ditte che producevano tra le altre cose anche accessori destinati a note griffe toscane. In pochi anni si sarebbero tutti arricchiti in modo vertiginoso attraverso il meccanismo “apri e chiudi”, schema che si sarebbe moltiplicato fino a inquinare gli equilibri del settore in particolare nelle province di Firenze e Prato. Il piano avrebbe avuto come base operativa proprio lo studio di Sesto Fiorentino: la strategia prevedeva tra le altre cose lo svuotamento dei conti correnti -anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti- delle ditte che avevano accumulato debiti con l’erario. Da qui l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e di bancarotta.

“L’ho sempre detto, questo ci farà metter dentro per una cosa del genere”, diceva uno dei consulenti parlando di un imprenditore cinese suo cliente. In altre conversazioni intercettate, gli arrestati si mostravano preoccupati per i controlli della finanza in una ditta: “Questi ci buttano dentro il titolare di fatto e non si piglia più una lira”.

Oltre alla pioggia di condanne, il gup di Firenze ha interdetto dall’esercizio della professione Schiavone (3 anni) e Venezia (2 anni), entrambi anche interdetti dai pubblici uffici per 5 anni. Per Yangchang Zhu, considerata una sorta di socia occulta dello studio, è scattata una confisca di beni per un valore di 1 milione e 102 mila euro, 1 milione e 600 mila euro per l’imprenditore Qian Cai.

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1 commento

  1. La interdizione della professione in capo al professionista (commercialista e consulente de lavoro nel nostro caso) – ex articolo 30del Cop – , quale sanzione accessoria ad una condanna definitiva, dev’essere perpetua e non temporanea..
    Essere rigorosi su questo, significa affrontare in modo serio il tema delle “Frodi carosello” che rappresentano la maggiore minaccia per le frodi fiscali in danno dell’Amministrazione finanziaria.
    Dettagli!

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