Partite Iva “Apri & Chiudi”: 17 condanne!
Aziende intestate a prestanome, maxi giro di evasione: 17 condanne
Fonte: La Repubblica
Si è concluso con 17 condanne il processo con rito abbreviato su un maxi giro di evasione realizzato secondo le accuse da un commercialista e una consulente del lavoro (con base in uno studio a Sesto Fiorentino), a beneficio di una rete di imprenditori cinesi titolari di pelletterie, ristoranti e centri estetici, che in una manciata di anni si sono arricchiti alle spalle dello Stato e della concorrenza.
Le indagini erano esplose nel luglio del 2021 con 30 misure cautelari e un sequestro di beni per 40 milioni di euro, pari alla somma sottratta all’erario.
Ai domiciliari, su richiesta del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal pubblico ministero Fabio Di Vizio, erano finiti 24 cittadini cinesi. Cinque le persone finite in carcere, 90 gli indagati. “Un’indagine spartiacque – commentò l’allora procuratore Giuseppe Creazzo – abbiamo colpito il livello più elevato, il livello di gestione di decine e decine di imprese”.
Secondo le accuse, gli imprenditori erano titolari di fatto di oltre 80 ditte che producevano tra le altre cose anche accessori destinati a note griffe toscane. In pochi anni si sarebbero tutti arricchiti in modo vertiginoso attraverso il meccanismo “apri e chiudi”, schema che si sarebbe moltiplicato fino a inquinare gli equilibri del settore in particolare nelle province di Firenze e Prato. Il piano avrebbe avuto come base operativa proprio lo studio di Sesto Fiorentino: la strategia prevedeva tra le altre cose lo svuotamento dei conti correnti -anche attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti- delle ditte che avevano accumulato debiti con l’erario. Da qui l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e di bancarotta.
“L’ho sempre detto, questo ci farà metter dentro per una cosa del genere”, diceva uno dei consulenti parlando di un imprenditore cinese suo cliente. In altre conversazioni intercettate, gli arrestati si mostravano preoccupati per i controlli della finanza in una ditta: “Questi ci buttano dentro il titolare di fatto e non si piglia più una lira”.
La interdizione della professione in capo al professionista (commercialista e consulente de lavoro nel nostro caso) – ex articolo 30del Cop – , quale sanzione accessoria ad una condanna definitiva, dev’essere perpetua e non temporanea..
Essere rigorosi su questo, significa affrontare in modo serio il tema delle “Frodi carosello” che rappresentano la maggiore minaccia per le frodi fiscali in danno dell’Amministrazione finanziaria.
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