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Pos, contante, evasione e frode fiscale: Facciamo chiarezza!

Pos, contante, evasione e frode fiscale: Facciamo chiarezza!

Pensare che si voglia contrastare l’evasione fiscale intervenendo sulla “soglia del contante”, significa, per fare una equiparazione, di voler contrastare le stragi del sabato sera inibendo la fabbricazione di autovetture.

Nel contempo, sempre a torto, si pensa che favorire un migliore utilizzo del Pos, si riduce significativamente l’evasione fiscale.

Con questi provvedimenti si riduce solo la libertà di movimento e di vivere delle persone che, con quel margine di “evasione”, riescono appena a sopravvivere alla stessa stregua del lavoratore dipendente che deve cercarsi un doppio lavoro (in nero), per arrivare alla fine del mese.

L’evasione fiscale, si può contrastare soltanto con una migliore organizzazione da parte dell’Amministrazione finanziaria oltre ad una razionlizzazione dei costi che caratterizzano la spesa pubblica.

Quando parlo di organizzazione della macchina tributaria, penso alla urgente necessità di suddividere i due grandi mondi: quello del privato consumatore (lavoratore dipendente o pensionato) ed il titiolare di Partita Iva (professionista – legale e contabile – od esercente un’attività d’impresa commerciale o artiginale).

Attualmente, al riguardo, per effetto di una commistione fra i due mondi di cui si fa ftica anche solo a parlarne, la confusione è altissima e ognuno fa quello che vuole.

Stato dell’arte

Bisogna anche aggiungere qualche notizia positiva che ci proviene dall’aver inserito nella penultima legge finanziaria un apposito precetto, in base al quale l’Amministrazione finanziaria ha deciso di perseguire le Partite Iva “Apri & Chiudi” – alias frodi carosello che notoriamente rappresentno il vero vulnus delle frodi fiscali e quindi la più grande minaccia per gli interessi dell’Erario.

Se questa norma viene effettivamente attuata, da sola, vale quanto tutte le finanziarie dell’ultimo mezzo secolo.

Inoltre, nella delega fiscale ultima, approvata dal Parlamento nazionale, è stato stabilito che un accertamento senza contraddittorio è NULLO. Fino ad oggi, questo principio basilare di civiltà giuridica, oltre al buon senso, lo diceva la giurisprudenza di merito e di legittimità.

Oggi, lo si dice con una legge apposita che ha integrato lo “Statuto del contribuentte” – ex legge 212/2000.

Ambedue questi provvedimenti assunti dall’attuale Governo che io non ho votato, mi fanno ben sperare: Chapeau!

Dettagli della nostra storia contemporanea!

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Pos obbligatorio, come denunciare chi non fa pagare col bancomat

Patrizia Del Pidio

Fonte: Money.it

6 Dicembre 2023 – 15:26

Nonostante l’obbligo di pagamenti con il Pos, ci sono ancora esercenti che non fanno pagare con il bancomat. Cosa si deve fare e come si possono denunciare?

L’obbligo di accettare il pagamento con il bancomat, ormai, è stato esteso a tutti i commercianti, anche per operazioni di importo minimo. Per chi esclude il pagamento Pos obbligatorio sono previste, tra l’altro, anche sanzioni. Come denunciare chi non fa pagare con il bancomat? Chi impedisce di esercitare un diritto va segnalato, visto che tutti coloro che vendono beni o servizi sono obbligati ad accettare i pagamenti con carta di credito o bancomat e se non lo fanno non stanno rispettando la legge.

Le sanzioni previste per chi non si adegua all’obbligo sono pari a 30 euro a cui si aggiunge anche il 4% del valore della transazione
per la quale è stato rifiutato il pagamento elettronico. Da notare, inoltre, che la sanzione non richiede che sia stato rifiutato il pagamento elettronico entro una soglia minima ed è prevista, quindi, anche per importi esigui per i quali sia stata rifiutata questa forma di pagamento.

Come funzionano i controlli sul Pos? Anche se le multe sono entrate a regime, non significa che lo siano anche i controlli. Le verifiche scattano solo dopo la segnalazione da parte del cliente. In pratica, solo dopo la denuncia alle autorità di un pagamento con carta o bancomat non accettato ci saranno i controlli, e di conseguenza l’elevazione della sanzione.

Il Pos è obbligatorio dal 2014, ma solo dallo scorso 30 giugno, con l’entrata in vigore delle sanzioni, la norma viene presa sul serio da esercenti e professionisti. L’obbligo di avere il Pos così da permettere i pagamenti elettronici si applica, infatti, sia ai commercianti che vengono prodotti che ai lavoratori autonomi che offrono servizi.

Al netto delle eccezioni che consentono di evitare l’applicazione della multa, vediamo come si denuncia chi non fa pagare con carta o bancomat.

Come si denuncia chi non accetta pagamenti elettronici

Il decreto prevede che i controlli vengano fatti dalla polizia giudiziaria e dagli organi addetti al controllo sull’osservanza delle disposizioni, cioè Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Come anticipato, per far sì che il meccanismo di applicazione delle sanzioni funzioni davvero, spetta al cliente l’onere di denunciare il commerciante o il professionista che non ha accettato un pagamento con carta o bancomat. Senza una segnalazione del cliente, di fatto, il commerciante o il professionista che non si adegua all’obbligo non può essere denunciato.

Ci sono due modi per denunciare:

  • chiamando la Guardia di Finanza al numero 117: il numero è gratuito e operante 24 ore su 24. Chi chiama può procedere alla verbalizzazione immediata dell’illecito soltanto aspettando la pattuglia sul posto oppure può dare tutte le informazioni necessarie al telefono, e il segnalante sarà invitato a presentarsi presso il Reparto del Corpo più vicino per la formalizzazione. In questo modo è chiaro che la denuncia non può essere fatta in modo anonimo;
  • compilando un modulo specifico scaricabile dal sito. Il documento va poi consegnato alla centrale operativa più vicina. Anche nel modello cartaceo bisogna indicare le proprie generalità. Chi non volesse identificarsi può evitare di scrivere il proprio nome e cognome e consegnare comunque il documento agli sportelli, ma di solito le segnalazioni anonime non vengono prese in carico. Nel modulo verrà richiesto di specificare nome e luogo dell’esercizio, data e ora del fatto, chiedendo all’Autorità di intervenire per fare le dovute indagini.

Chi può non accettare pagamenti con bancomat: le eccezioni che fanno evitare le sanzioni

Secondo quanto previsto dalla norma, la multa non si applica “nei casi di oggettiva impossibilità tecnica” a ricevere pagamenti con le carte. Questo significa che professionisti ed esercenti potranno eludere l’obbligo (e le sanzioni) in caso di malfunzionamento dell’apparecchio e di problemi di connettività.

Inoltre, il commerciante non è obbligato ad accettare tutti i circuiti di pagamento. L’esercente può scegliere qualsiasi fornitore di terminali, e quindi se il proprio gestore accetta solo PagoBancomat, Visa e Mastercard, non è obbligatorio accettare pagamenti con American Express.

Pagamenti Pos, il commerciante può chiedere una commissione aggiuntiva?

Anche questa tipologia di comportamento, quindi, va segnalata alla Guardia di Finanza, visto che si discosta da quanto previsto dalla normativa in materia. Il cliente non deve essere gravato da nessun sovrapprezzo per la forma di pagamento che sceglie.

Pagamento con Pos negato, posso andare via?

Il commerciante e il professionista sono obbligati ad avere sempre il Pos per permettere al cliente di effettuare pagamenti elettronici. Allo stesso modo, però, il cliente non è obbligato ad avere contanti in tasca prima di effettuare un acquisto. Il soggetto a cui è negato il pagamento con il bancomat o con la carta di credito può dire tranquillamente di non avere contanti dietro.

Il cliente a cui viene negato il pagamento con il Pos può andare via dall’esercizio commerciale senza pagare? Immaginiamo una persona che mangia al ristorante e, al momento di pagare il conto gli viene negata la possibilità di pagare con il Pos. Fermo restando che si tratta di un comportamento da denunciare, il cliente può andare via senza pagare (è un suo diritto se non ha contanti nel portafogli che permettano di saldare il conto) ma questo non significa che si libera del debito che ha contratto. Il conto va pagato. Il suo diritto è quello di rinviare il pagamento a un momento successivo, quando avrà fatto un prelievo che gli permetta di pagare in contanti o quando il commerciante permetterà di pagare con il Pos. In alternativa il cliente potrebbe anche procedere a un pagamento tramite bonifico grazie all’home banking (anche questo rientra nei suoi diritti).

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