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Cos’è (e come funziona) la «clemenza» sulle sanzioni antiriclaggio per i professionisti

Cos’è (e come funziona) la «clemenza» sulle sanzioni antiriclaggio per i professionisti

di Valeria Uva

Fonte: Il Sole 24 Ore

Dal tavolo del Mef è in arrivo la proposta di «programmi di clemenza» che puntano a una riduzione degli importi in caso di adempimento spontaneo o per chi rimedia alle violazioni già contestate. Numeri in crescita per le segnalazioni

9 febbraio 2024Il Governo promette «clemenza» ai liberi professionisti sulla normativa antiriciclaggio. È questo il primo, importante, risultato che dovrebbe arrivare a breve dal tavolo tecnico varato in autunno al Mef e coordinato dalla sottosegretaria Sandra Savino.

Dopo aver raccolto i contributi di tutte le categorie (notai, commercialisti, avvocati e consulenti del lavoro), ora al ministero sono al lavoro per verificare gli spazi di intervento e semplificare le procedure di adeguata verifica delle clientela. Ma l’obiettivo, richiesto da tutte le categorie professionali, è anche quello di razionalizzare il carico di sanzioni che grava sui professionisti per le violazioni al decreto 231/2007: oggi si va da un minimo di 2mila euro per chi viola gli obblighi di adeguata verifica e conservazione fino a un massimo di 50mila nei casi più gravi e ripetuti di mancate segnalazioni. Importi che il Cndcec nel documento inviato al Mef non esita a definire «sproporzionati rispetto alle dimensioni degli studi e all’effettivo contributo». Sulla stessa scia anche il Consiglio nazionale forense che chiede una rimodulazione delle sanzioni da collegare «al fatturato o ai compensi per i professionisti».

A indicare la direzione è la stessa sottosegretaria Savino: «Stiamo valutando l’introduzione di programmi di clemenza antiriciclaggio, dobbiamo verificarne la fattibilità con il supporto anche degli esperti della Guardia di finanza». L’obiettivo è valorizzare – e premiare – chi si mette in regola con gli obblighi antiriciclaggio, dopo una prima «contestazione».

I programmi di clemenza

Due le ipotesi sullo sfondo: una “clemenza” di tipo riparatorio, in fase di applicazione della sanzione, e una che scatterebbe con l’adeguamento spontaneo del professionista dopo una prima contestazione (come già avviene, ad esempio per il Fisco). In questo caso, secondo indiscrezioni, si potrebbe arrivare persino a un esonero dalla sanzione per chi si mette subito completamente in regola. Un meccanismo, quello dell’adeguamento spontaneo o della diffida accertativa, invocato sia dal Consiglio nazionale dei commercialisti sia da quello forense per favorire la compliance antiriciclaggio e ridurre lo spettro delle sanzioni.

Se le verifiche di fattibilità in corso al Mef avranno esito positivo, i tempi saranno brevi: «Questo approccio non richiede modifiche alla normativa antiriciclaggio», aggiunge Savino che punta ad aggiornare la maxi-circolare sui controlli (la n. 56499/2022 del Tesoro) e «introdurre così una best practice».

Ma i professionisti chiedono di intervenire anche sulla norma primaria, il decreto 231, per ritoccare l’apparato sanzionatorio. Per i notai, ad esempio, l’occasione potrebbe essere il recepimento del prossimo pacchetto europeo Anti money laundering. I commercialisti hanno sollecitato al Mef la riduzione degli importi minimi e massimi in caso di violazioni gravi e ripetute. Mentre per gli avvocati è importante ampliare l’accesso all’oblazione e alle riduzioni di importo che il professionista può chiedere dopo il decreto sanzionatorio.

Le statistiche

Intanto cresce, anche se lentamente, il contributo dei professionisti nella lotta al riciclaggio di denaro sporco. Il progresso è ascrivibile quasi tutto ai notai che nel 2023, come segnala il bollettino della Uif (l’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia) hanno potenziato le segnalazioni di operazioni sospette (Sos), facendo registrare un incremento del 45% rispetto al 2022 e da soli valgono il 5% delle segnalazioni, lasciando lo 0,38% alle altre categorie (si veda il grafico sopra). Secondo il consigliere del Notariato che coordina la commissione antiriciclaggio, Vincenzo Gunnella, «ogni anno i nostri numeri sono in crescita grazie a linee guida fornite alla categoria, dialoghi con le istituzioni, implementazione di piattaforme tecnologiche, corsi di formazione».

Certo le 8mila Sos arrivate dai professionisti (+1,73% sul 2022) sono poca cosa sulle oltre 150mila arrivate nel 2023 (peraltro in calo complessivamente rispetto all’anno prima). La parte del leone continuano a farla banche e Poste che seguono un maggior numero di movimenti finanziari e hanno ormai alert automatizzati.

«Non bisogna concentrarsi solo sul dato statistico – avverte Gabriella Viggiano, consigliera Cndcec con delega all’antiriciclaggio – ma elevare la qualità delle segnalazioni, procedendo a effettuarle solo quando ricorrono elementi oggettivi e soggettivi che rendono ragionevole il sospetto».

Un ulteriore contributo potrebbe arrivare poi dalle tecnologie: con il Dl 145/2023 si è data agli Ordini la facoltà di istituire proprie banche dati antiriciclaggio delle quali possono avvalersi gli iscritti per valutare le operazioni sospette.

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1 commento

  1. Si parla di clemenza sanzionatoria nel mentre, ad oltre trent’anni dalla prima applicazione – ex legge 197/91 – proprio i professionisti – contabili e legali – non hanno ancora capito cosa devono fare per garantire una “collaborazione attiva” decorosa.
    L’esempio del commercialista che si auto accusa, nella recente vicenda oggetto di una sentenza di Cassazione è emblematica – https://www.youtube.com/watch?v=EVYROfjmoac .
    Mi fermo qua per carità di patria!

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