venerdì, Aprile 26, 2024
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omicidio allo stadio

il rischio dell’incidente viene messo nel conto da chiunque è abituato a frequentare i nostri stadi di calcio nei fine settimana.
quello che è successo a catania è un’altra cosa, è più di un incidente, è un omicidio in diretta di un poliziotto, di un appartenente alle forze dell’ordine che, con un trattamento economico da pura sopravvivenza, sa di rischiare la vita ogni giorno.

vedo sociologi, esperti e altri ancora che dibattono nel tentativo di trovare una ragione a tanta inaudita e stupida violenza criminale.

personalmente, dico subito che sono indignato non tanto e non solo per il grave episodio accaduto, ma soprattutto per la sorpresa che il fatto ha suscitato nelle forze  politiche e in genere fra gli addetti ai lavori.

mi chiedo dove sta la sorpresa, quando:

  • viene intitolata un’aula parlamentare al nome di “carlo giuliani”, “eroicamente” caduto su un campo di battaglia nel corso di una manifestazione contro il “g 8” di genova del giugno 2001 (convegno internazionale degli otto grandi paesi). tutto il mondo ha potuto vedere che il manifestante, con il volto rigorosamente coperto, era intento a colpire una pattuglia dei carabinieri con un estintore di circa 20 kg.. il tentativo non andò in porto grazie alla reazione di un appartenente all’arma, peraltro assolto al termine di una lunga odissea giudiziaria che lo vedeva imputato di “omicidio volontario”;
  • per chiunque usa violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri o per opporsi ad un atto di ufficio o di servizio (artt. 336 e 337 del codice penale), è previsto l’arresto facoltativo solo in flagranza;
  • viene cancellata la rilevanza penale dell’oltraggio a un pubblico ufficiale, inteso come chiunque offende l’onore o il prestigio di un pubblico ufficiale  in presenza di lui e a causa o nell’esercizio delle sue funzioni (una volta punita con la reclusione da sei mesi a due anni).

di fronte a condotte e legislazioni di tal fatta, ci dobbiamo chiedere dove sta la sorpresa!! quale insegnamento da trarre, quale messaggio trasmettiamo!!

voglio ricordare ai più giovani che in passato si aveva una riverenza e rispetto innato verso una “divisa” di qualunque appartenenza. io stesso ancora oggi, pur avendone indossata una per circa trenta anni, quando vedo un appartenente all’arma, la sola vista della divisa, mi provoca una naturale soggezione mista ad un profondo senso di rispetto e profonda stima verso una grande istituzione.

gli scritti offensivi che sono seguiti sui muri d’italia contro gli “sbirri” sono una testimonianza forte – sia pure minoritaria – della considerazione che in tanti hanno degli appartenenti alle forze dell’ordine e non solo della polizia di stato cui apparteneva il compianto ispettore ucciso a catania.

gli antichi erano soliti ripeterci che “mazza & panella fanno i figli belli”, volendo significare che alla lunga, con il solo buonismo, non si va da nessuna parte.

dove sta la carota, da qualche parte, sia pure ben nascosto, deve stare anche il bastone.

bari, 4 febbraio 2007

articolo 341 del c.p., abrogato dall’articolo 18 della legge 25 giugno 1999, nr.205

vale per i nati anni ’50 e ‘60

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