venerdì, Aprile 26, 2024
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PROCEDURE CONCORSUALI: Le fatture dei professionisti nel concordato preventivo

Un
professionista ha emesso fattura pro forma a una società per le proprie
prestazioni. Successivamente, la società è stata ammessa alla procedura di
concordato preventivo. Il concordato è stato omologato.

Il liquidatore
giudiziario non riconosce il privilegio né al contributo cassa (4 per cento) né
all’Iva e, quindi, pagherà in un primo riparto il solo importo della
prestazione (al netto della ritenuta fiscale), e in un successivo riparto il
contributo cassa e l’Iva nella misura
del 15 per cento (quota concordataria). Come deve regolarsi il professionista
per la emissione della fattura, e mper il recupero dell’Iva e del contributo
cassa non incassato?

P. C. – MILANO

R I S P O S T A

Il professionista dovrebbe scorporare
l’Iva sul totale del corrispettivo incassato, comprensivo di imponibile, oltre
al 15% dell’Iva e al contributo della cassa professionale. L’agenzia delle
Entrate, con la risoluzione 127/E/2008, ha chiarito che, se il piano di riparto
dispone il pagamento parziale del credito riguardante le prestazioni
professionali, ancorché lo stesso faccia riferimento alla sola voce imponibile
iscritta tra i crediti privilegiati, sotto il profilo fiscale, il
professionista è tenuto a emettere fattura per l’importo complessivo ricevuto
dal curatore, scorporando l’Iva relativa. In altre parole, se l’importo liquidato
dalla procedura fallimentare risulta inferiore all’ammontare complessivo del
credito professionale, il professionista – al momento dell’emissione della
fattura – deve ridurre proporzionalmente la base imponibile e la relativa
imposta. Questi chiarimenti, pur se resi a fronte di un fallimento, possono
essere applicati anche al caso esposto dal lettore, che riguarda una procedura
di concordato preventivo.

DAL”IL SOLE 24 ORE” DEL 12 GENNAIO
2015

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