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LA GLOBALIZZAZIONE DELLA LIBERTA’: Dittaure eterne

In diretta mondiale stiamo assistendo alla cruenta repressione in atto da parte della dittatura al potere in Birmania da circa mezzo secolo. A fronte di una popolazione inerme, stremata dalla fame e dalla miseria che con tanta dignità e coraggio, manifesta pacificamente per rivendicare il solo diritto di esistere, il regime reagisce con inaudita violenza, senza alcun pudore e certo di farla franca nel mentre il mondo intero guarda, fa pressioni diplomatiche, minaccia sanzioni.

In pratica, aria fritta, nulla cambia, la gente muore sparata in faccia dai soldati in armi.

Questi regimi, tenuti in vita grazie agli immensi privilegi di pochi, ad una ricchezza mal distribuita, ad una corruzione ai massimi livelli, interna ed internazionale, continuano a opprimere ed affamare i loro popoli.

Sono dittatori che sanno di avere le spalle larghe nonché l’appoggio di grandi potenze, di paesi apparentemente estranei e che hanno peraltro una lunga tradizione totalitaria, dove il termine “democrazia, libertà” non si trova neanche sui vocabolari.

Sono Paesi, questi, molto potenti, inseriti come membri permanenti nell’Organizzazione delle Nazioni Unite ed aventi addirittura il “diritto di veto”. In pratica, la comunità internazionale, pur di fronte a queste scene di inaudita ferocia, è ingessata, non può agire neanche in termini di sanzioni collettive.

I questi casi, ci si limita alla “moral suasion” che ahimè, abbiamo visto che non funziona, non spaventa nessuno.

Dopo tanto sangue innocente, quando cade una dittatura, ci si meraviglia, si esprime rammarico per qualche testa che rotola oppure penzola , appartenenti a despoti che hanno massacrato intere generazioni in spregio a qualunque regola della comunità internazionale.

Quella stessa comunità internazionale che, attraverso l’ONU ha bisogno di darsi una organizzazione che possa fronteggiare crisi della specie e che purtroppo, quando serve in situazioni di emergenza, è purtroppo quasi sempre mancata.

Da comune cittadino, volendo fare una riflessione a voce alta, mi chiedo: “Come è possibile che vi possano essere delle grandi potenze in seno a questa importante ed unica organizzazione mondiale (ONU) che tutela ed assecondano repressioni così feroci in danno di un intero popolo.”

C’è qualcosa che non funziona, che non torna.

Cara ONU, diamoci delle regole che valgano per tutti…la prima delle quali, senza veti e senza limiti deve riguardare la “globalizzazione della libertà”.

Bari, 28 settembre 2007

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