giovedì, Maggio 2, 2024
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SICUREZZA NEL PALLONE Attacco allo Stato

La violenza di questi giorni, scatenata dalle diverse tifoserie legate al pallone ed iniziata immediatamente dopo il gravissimo e mortale incidente nell’autogrill dell’autostrada di Arezzo, raccontata in diretta dalla cronaca, ci offrono il quadro di una situazione ormai fuori controllo.

La morte violenta ed accidentale di un giovane tifoso, provocata in modo assolutamente involontario dall’uso improvvido di un’arma da fuoco da parte di un appartenente alla Polizia Stradale, sembra esserne la causa.

Dico sembra, ma non ne sono affatto convinto.

E’ come se, dopo l’uccisione dell’Ispettore di Polizia del febbraio 2007 presso lo stadio di Catania, in conseguenza di una violenta guerriglia ingaggiata fra le opposte tifoserie, le Forze dell’ordine si fossero messe a sparare all’impazzata contro gli stessi tifosi.

Detto questo, come si può ragionevolmente considerare questo grave fatto di sangue la causa che ha ispirato alcuni facinorosi ad assalire, bruciare e devastare diverse caserme nella capitale,  sedi  di Comandi di Polizia e Carabinieri? 

Agli ingentissimi danni materiali alle strutture, è stata peraltro messa in serio pericolo la sicurezza di interi quartieri urbani, adiacenti ai Comandi di Polizia presi di mira.

Nel frattempo, con la conta dei danni, sono stati arrestati una mezza dozzina dei pochi identificati perché considerati fra i protagonisti dell’assalto. Viene ipotizzato il fine eversivo, con la possibilità di contestare la finalità terroristica.[1] 

I gravi fatti accaduti, vengono considerati come un “Attacco allo Stato”, dove si rischiano oltre venti anni di carcere.

Mi chiedo, alla fine della giostra, cosa cambia? 

Oggi, intanto, la morale che si ricava da questa triste vicenda è che, a volto rigorosamente coperto, si può impunemente assalire una caserma di Polizia, dove operano uomini in armi al servizio dello Stato, della collettività, di tutti noi.

Strutture, preposte alla difesa dei cittadini dunque, che subiscono un violento attacco, premeditato ed organizzato secondo tecniche di guerriglia urbana e nessuno reagisce.

Voglio dire subito che nel contesto di domenica scorsa, con il tifoso appena ucciso per la tragica imprudenza del poliziotto, limitarsi a contenere gli assalti senza reagire è stata una condotta di buon senso, per non aggravare un bilancio già di per se molto pesante. 

Mi auguro che in futuro, laddove dovessero sciauguratamente ripetersi assalti della specie, vi sia una reazione forte e adeguata all’offesa, in modo che tutti sappiano che attacchi del genere non devono mai più ripetersi.

Nel frattempo, in occasione di manifestazioni sportive o cortei di piazza, siano assunte adeguate e rigide misure di prevenzione verso coloro che si presentano a “volto coperto”, ivi compresa, nel contempo, l’apposizione di un numero di identificazione sui caschi utilizzati dagli appartenenti alle Forze dell’Ordine.

Questo, potrebbe rappresentare un primo passo, un primo segnale verso i tanti esagitati di particolare utilità per restituire quella necessaria fiducia tanto nella democrazia che nell’ordine costituito.

Poche idee, ma confuse!!!  Nessuna novità. Speriamo bene. 

 

Bari, 15 novembre 2007 

[1]  Articolo 270 sexies  Condotte con finalità di terrorismo
1. Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un\’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un\’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un\’organizzazione internazionale, nonché le altre condotte definite terroristiche o commesse con finalità di terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto internazionale vincolanti per l\’Italia.

(omissis)

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