venerdì, Maggio 3, 2024
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VICENDA “Emanuela ENGLARO” L’eutanasia della ragione

===============“NESSUNO PUO’ ESSERE OBBLIGATO A UN DETERMINATO TRATTAMENTO SANITARIO SE NON PER DISPOSIZIONE DI LEGGE. LA LEGGE NON PUO’ IN NESSUN CASO VIOLARE I LIMITI IMPOSTI DAL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA.”

 

Ho riportato il contenuto testuale del 2° comma dell’articolo 32 della nostra Carta Costituzionale.

 

La vicenda è nota: Emanuela Englaro, a seguito di un incidente stradale, dal gennaio 1992 si trova in stato vegetativo persistente. Per me parlare di questi argomenti è cinese allo stato puro, quindi intervengo come comune cittadino, convinto come sono di esprimere un sentimento comune.

In pratica, questa povera donna, viene tenuta in vita artificialmente, laddove si comprende che non ci sono cure o speranze alcuna che possa indurre a ritenere un qualche minimo miglioramento dello stato di salute.

Per circa 17 anni quindi, si è trattato di puro accanimento terapeutico, senza neanche la speranza di registrare un progresso qualitativo delle condizioni complessive della povera e sfortunata Eluana.

Miglioramento peraltro, forse neanche cercato, consci come tutti dello stato irreversibile della situazione clinica.

Oggi, dopo pronunce giurisprudenziali ai massimi livelli, favorevoli alla cessazione dell’alimentazione artificiale, quando il padre – verso il quale esprimo la mia personale solidarietà – decide di mettere fine a questa inaudita e interminabile sofferenza senza pari, qualcuno arriva a definirlo “assassino”, considerando la condizione di Eluana come una vita, nella realtà cessata il giorno dell’incidente.

 

Si parla di “eutanasia”, quasi ad affermare che dare corso ad una sentenza divenuta definitiva ed emessa da un Tribunale della Repubblica “In nome del popolo italiano”, peraltro intervenuta nella completa assenza di alcuna legislazione, significa provocare la morte di qualcuno.

 

Siamo alla pazzia collettiva anzi, dico meglio, all’eutanasia della ragione.

 

Casamassima lì, 03 febbraio 2009

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