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La cassa deve risarcire il danno morale al professionista se gli preclude illegittimamente di esercitare

FONTE: www.cassazione.net —————————————Ha diritto al danno non patrimoniale il professionista al quale la Cassa di previdenza nega illegittimamente la ricongiunzione dei contributi versati privandolo della possibilità di lavorare e quindi di esercitare “una legittima scelta di vita”.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con una sentenza di ieri (si veda link sotto) ha respinto il ricorso della Cassa di previdenza e assistenza dei geometri, confermando definitivamente il risarcimento del danno non patrimoniale in favore di un iscritto (che per un lungo periodo, pur essendo iscritto era stato un dipendente comunale e quindi aveva versato anche al CPDEL) al quale era stata negata illegittimamente la ricongiunzione ai fini pensionistici dell’intero periodo assicurativo.
Dopo aver richiamato le due note decisioni della Suprema corte del 2003 (la n. 8827 e 8828, consultabili all\’interno della banca dati) (con le quali è stata prevista la possibilità di risarcire i danni morali dei diritti costituzionalmente garantiti anche in assenza di reato) la sezione lavoro ha precisato che “la nuova dislocazione dei danni alla persona nell\’ambito dell\’art. 2059 c.c. appare senz\’altro idonea non solo a far superare le difficoltà relative alla selezione dei danno non patrimoniale risarcibile, ma anche a rendere possibile la soluzione di molti dei problemi che sorgono con riferimento alle tecniche di valutazione e di liquidazione del danno non patrimoniale”. Dunque, “coerentemente al contenuto di tali pronunce la giurisprudenza ha individuato, nell\’ambito del danno non patrimoniale risarcibile ex art. 2059 c.c., la categoria del danno morale, o danno soggettivo puro, riconducibile alla sofferenza morale soggettiva, quella del danno biologico, riconducibile alla lesione dell\’integrità psico-fisica e cioè alla compromissione della salute, e quella del danno esistenziale, riconducibile alla sfera realizzatrice dell\’individuo ed attinente al “fare” del soggetto offeso”.

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