Rischia fino a tre anni di carcere, per mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, l’amministratore di una società che vende i beni dell’azienda pignorati e di cui è custode.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 20795 del 3 giugno 2010, ha confermato la condanna a due mesi di reclusione con la condizionale e a 200 euro di multa l’amministratore di una piccola società fiorentina che aveva venduto un mixer di vernici, pignorate dall’autorità giudiziaria e affidate alla sua custodia.
In sostanza la sesta sezione penale ha stabilito che l’amministratore della società che vende i beni che sono in pignoramento e di cui è custode commette il reato di cui all’art. 388 c.p., “dal momento che tale condotta integra il concetto di sottrazione di cui al terzo comma del citato articolo, in quanto determina ostacoli o difficoltà al compimento degli ulteriori atti esecutivi, frustrando l’attività giudiziaria volta ad assicurare il regolare svolgimento esecutivo”.
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Rischia fino a tre anni di reclusione l’imprenditore che vende i beni pignorati dell’azienda
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