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NO LOTTIZZAZIONE? Il Comune deve spiegare le ragioni al privato

La lottizzazione s’ha da fare, anzi no. Dopo un tormentato iter il piano proposto dal privato ottiene prima l’ok della Giunta ma poi è bocciato dal Consiglio comunale. E senza tanti complimenti. Eppure l’onere motivazionale dell’ente era ben pesante: l’oggetto della proposta, infatti, costituiva lo sbocco naturale delle disposizioni urbanistiche vigenti, pur “subite” dal Comune (che è in disaccordo con la Regione). Invece la delibera è votata in una seduta semideserta del Consiglio e non offre alcuna argomentazione tecnica per legittimare il rifiuto all’iniziativa privata, se non il dato politico della votazione; la decisione del “parlamentino”, dunque, è bocciata dal Consiglio di Stato: è quanto emerge dalla sentenza n. 128/11 della quarta sezione.
Inutile per l’Amministrazione invocare una (presunta) motivazione per relationem della delibera impugnata dal momento che essa non contiene alcun riferimento al pregresso iter amministrativo del piano di lottizzazione; cosa che, fra l’altro, non avrebbe giocato a vantaggio del Comune: si erano infatti registrati pareri e orientamenti favorevoli all’attuazione della proposta. La sentenza del Tar è bocciata perché il giudice di prime cure si limita a prendere per buone le affermazioni dell’amministrazione fornendo a sua volta una scarsa motivazione della sua decisione. Insomma: tutto da rifare. Se il Comune vuole opporsi al piano deve farlo esercitando i suoi ordinari poteri di pianificazione e conformazione del territorio.

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