Nell’aprile 2010 mia madre è entrata
a far parte del mio nucleo familiare. Essendo lei titolare di un abbonamento
RAI e avendo pagato sino al 30 giugno, su consiglio forse errato, ho inviato
una disdetta con richiesta di suggellazione dell’apparecchio che, essendo
vecchio ho provveduto a smaltire con il numero verde che mette a disposizione
il mio comune. Per due anni non ho visto niente e ho dato per scontato che
tutto fosse a posto. Questa settimana mi è arrivata una lettera, intestata a
mia madre, nella nuova residenza, con richiesta di pagamento del canone 2013
con il vecchio numero. Ora mi chiedo cosa fare visto che già pago io l’abbonamento
e lei non ha portato nessun televisore. Inoltre, dopo la richiesta di pagamento
con vaglia non è arrivato più niente. Come posso risolvere il problema, visto
che non mi sembra giusto pagare due abbonamenti?
M.R. –
LIVORNO
R I S P O S T A
Ai sensi del
regio decreto legge n.246/1938, tuttora in vigore, il parametro di riferimento
per l’imputazione del canone di abbonamento Rai-Tv è la residenza. Pertanto,
ciascun familiare è gravato dall’obbligo di corrispondere tale imposta.
Ciò
premesso, stante il tenore del quesito, non può escludersi che tale addebito si
tratti in realtà di un mero errore, dal momento che non si ravvisa la presenza
di alcun elemento che giustifichi l’inoltrata richiesta di pagamento da parte
della RAI.
Si
consiglia, pertanto, al lettore di procedere all’invio di una lettera
raccomandata a/r con cui rimarcare la propria disdetta, risalente al 2011, nonché
la conseguente richiesta di suggellazione dell’apparecchio ed il suo successivo
smaltimento. Andrà inoltre adeguatamente sottolineata l’attuale coincidenza tra
l’indirizzo di residenza della signora e quella del lettore. Inoltre, nella
medesima comunicazione, si consiglia di diffidare RAI dall’esigere il pagamento
del canone 2013 in riferimento alla vecchia utenza in quanto esso, nel caso
prospettato, appare del tutto non dovuto.
DAL SOLE 24
ORE DEL 25 FEBBRAIO 2013
