A seguito di un decesso, si è aperta
la successione legittima a favore dei fratelli del de cuius. Presentata la denuncia di successione,
e stante la giacenza, sul conto intestato al de cuius, di una somma di circa
30.000 euro, può ora la Banca, pur essendo divisibile l’obbligazione di
corrispondere la somma a ciascuno degli eredi, eccepire ad essi che, per
circolare interna, non corrisponderà l’importo a ciascuno spettante se non alla
contestuale presenza ( fisica o mezzo procura notarile ) dei tre eredi ? E’ legittimo
questo comportamento della banca ? Cosa fare se tra i tre eredi non ci fosse
collaborazione per fare quanto richiesto dalla banca ?
R. V. –
TREVISO
R I S P O S T A
Con il decesso
del titolare del conto avviene l’estinzione del rapporto di conto corrente, in
quanto riconducibile al rapporto di mandato. Ne consegue che nel caso vi sia
una pluralità di eredi, si instaura la comunione ereditaria, con rifacimento al
credito rappresentato dal saldo attivo del conto corrente. Con la sentenza
n.24657/2007, la Corte di cassazione a Sezioni Unite ha avuto modo di stabilire
che i crediti del ” de cuius “, a differenza dei debiti, non si ripartiscono
tra i coeredi in modo automatico in ragione delle rispettive quote, ma entrano
a far parte della comunione ereditaria, come desumibile dagli articoli 727 e
757 del Codice civile. La Corte ha poi stabilito che ciascuno dei partecipanti
alla comunione ereditaria può agire singolarmente per far valere l’intero
credito comune, o la sola parte proporzionale alla quota ereditaria, senza
necessità di integrare il contraddittorio nei confronti di tutti gli altri
coeredi, ferma la possibilità che il convenuto debitore chieda l’intervento di
questi ultimi in presenza dell’interesse all’accertamento, nei confronti di
tutti, della sussistenza o meno del credito.
DAL ” IL SOLE 24 ORE ” DEL 18
AGOSTO 2014
